Da Resistenza a memoria – 5. Primi anni ‘90
Forse il decennio più duro per la memoria della Resistenza, apertosi con il crollo del sistema internazionale nato dalla sconfitta del fascismo e proseguito con il prendere piede del revisionismo storico.
Forse il decennio più duro per la memoria della Resistenza, apertosi con il crollo del sistema internazionale nato dalla sconfitta del fascismo e proseguito con il prendere piede del revisionismo storico.
Se il PCI continuò ad insistere sulla questione dell’unità di tutte le forze popolari e democratiche, il PSI tornò a ricollegare la Resistenza al Risorgimento, neutralizzandone la carica rivoluzionaria.
Gli anni ’70 sono segnati dagli attacchi fascisti alle istituzioni, il picco di consenso del PCI, il compromesso storico; ma anche la disillusione delle generazioni più giovani e la loro radicalizzazione a sinistra.
L’emergere degli operai come una forza sociale di estremo rilievo nel percorso politico si intrecciò inevitabilmente con l’analisi della Resistenza, dei suoi successi, delle sue sconfitte, dei suoi compiti ancora irrisolti, in un’ottica progettuale.
La memoria della Resistenza si evolve dinamicamente assieme al dipanarsi della storia della Repubblica. Una ricostruzione di questa evoluzione per riflettere sulla memoria verso cui siamo diretti.
I temi sollevati da Chiesa interrogavano e tuttora interrogano la grande questione di come schierare la sinistra nel mondo della globalizzazione; una questione che ci appare più nitida proprio mentre l’incipiente depressione economica si appresta a chiudere quella generazione iniziata col crollo del Muro di Berlino.
L’emergenza che stiamo vivendo ci pone di fronte (come se avessimo bisogno di conferme) ai grossi limiti del sistema capitalistico. Diventa sempre più evidente come solo con un’inversione di rotta potremo migliorare la nostra condizione. Ma quanto siamo realmente disposti a farci carico di questo cambiamento?
A patto di guardarlo con una buona preparazione storica, il film di Taika Waititi è una potente allegoria del radicarsi del nazismo nelle pulsioni più basse e infantili del popolo tedesco.
Le primarie democratiche USA sembrano ormai finite. La causa prima del rapido capovolgimento di sorte per Sanders è stata il coalizzarsi della leadership del partito e degli (ex) sfidanti di centrosinistra attorno a Biden. Questo fenomeno, però, è solo una parte della risposta se non se ne indagano, a sua volta, le cause.
Il “miracolo del Michigan” non si compie per Sanders, abbandonato da working class e sostenitori di Warren, e Biden incassa la maggior parte degli stati; intanto l’epidemia di Covid-19 congela le campagne elettorali e impone il tema della sanità.