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3 Ottobre 2019

Oggetto e fumetto, a partire da Super Relax

Niccolò Bassanello Fumetto

Recentemente mi è capitato di trovarmi in una grande libreria di catena, tra l’area dedicata alla saggistica e l’angolo dei fumetti. Progressivo ampliamento di quest’ultima a parte (ricordo quando i fumetti erano relegati ad un relativamente piccolo espositore al centro della sala), devo ammettere di aver provato una sensazione di spaesamento, come di fronte ad un qualcosa di perturbante. Gli scaffali della saggistica erano quasi uniformemente occupati da libri paperback, brossurati, mentre tra i fumetti le copertine rigide, i cartonati e simili coprivano l’assoluta maggioranza dello spazio. Anche i manga, almeno fino a poco tempo fa presentati quasi esclusivamente nel classico tankobon, attendevano un compratore nelle confezioni più bizzarre, dalle mega-raccolte rilegate ai cofanetti, e non solo i grandi classici, ma anche opere relativamente minori o saghe francamente bruttarelle, se pur di grandi autori.

Tornando al libro non-fumetto, tra le confezioni editoriali più belle degli ultimi tempi sicuramente vanno citati due volumi hardcover, La casa del governo di Slezkinee l’omnibus di Homo Sacer di Agamben; entrambi volumoni che si avvicinano al migliaio di pagine, in cui rilegatura e sovracopertina servono anche a proteggere il libro dal disfacimento dovuto a letture ripetute, oltre a giustificare prezzi non proprio da edicola. Elementi certo da tenere in considerazione anche per i fumetti: a chi non è capitato di distruggere una povera graphic novel brossurata a forza di letture? E di comprare un’edizione particolarmente bella e micidialmente sovrapprezzata? Sicuramente, dell’oggetto-libro l’oggetto-fumetto condivide la possibile funzione di simbolo di status, di segno di distinzione, di bell’oggetto da mostrare. Tra appassionati d’altronde spesso ci si avvicina all’esagerazione di comprare due copie di uno stesso fumetto, uno – magari con dedica – da tenere intonso e uno da leggere (esiste anche l’esagerazione dell’esagerazione, con uno da tenere intonso, uno da leggere e uno con firma/dedica: umani del tardo capitalismo…), e comunque anche il lettore di fumetti meno collezionista e meno attento è sicuramente fiero del proprio scaffale, o almeno di questo o di quel volume particolare: l’oggetto-fumetto ha – oltre a ciò che in comune ha con il libro in generale – quindi di suo un retroterra di valorizzazione specifico, su cui – di per sé – non vale la pena fare chissà che moralismo.

L’onnipresenza dei cofanetti e delle copertine rigide nell’attuale – in passato, per chi se le ricorda, le cose erano in parte differenti – presentazione commerciale del fumetto sicuramente indica che lo status del fumetto come prodotto editoriale nella considerazione del pubblico è in ascesa, e che quindi il lettore medio non si vergogna più a sfoggiare bei fumetti in libreria, che anzi cerca e apprezza anche da questo lato “estetico”. Un cambiamento che non può non far piacere a chi ha sempre amato la letteratura disegnata. La sfilza di hardcover come quelli in vendita nella libreria di cui soprafanno sì un bell’effetto lì per lì, ma sono anche tutti, a livello di materiali e di design complessivo della confezione editoriale, veramente molto simili, anche tra editori differenti, quasi tutti alla fin fine comunicano forse un po’ troppo una natura di rilegatura fatta in serie, che spesso cozza con l’originalità del fumetto-contenuto già dalla copertina. Come spesso nel fumetto da edicola, un contenitore molto industriale stona con un contenuto dalla forte impronta artistica e autoriale. Certamente una contraddizione che attraversa anche i paperback, ma che forse in questi ultimi si nota meno, data una certa minore pesantezza estetica della confezione editoriale: si ha la sensazione che in un certo senso vogliano essere meno fumetti-oggetto.

Non essendoci una soluzione univoca e definitiva, dato che la contraddizione deriva evidentemente dalla natura stessa del mercato editoriale, esiste evidentemente uno spazio immenso per soluzioni uniche e creative. La cultura del fumetto autoprodotto in Italia, ad esempio, riallinea nella produzione stessa del fumetto autorialità ed editoria: dalla fanzine spillata dura e pura a fumetti che sono anche particolarissimi oggetti artistici (tralasciando il webcomic, che meriterebbe un discorso a parte). C’è poi la microeditoria, la produzione esclusivamente in edizione limitata, addirittura interessanti realtà associative tra fumettisti-editori. Ma esiste, o inizia ad esistere, anche un’editoria “mainstream” che si apre programmaticamente a questa tradizione, sulla scia di autori d’eccezione, per offrire prodotti radicalmente diversi dal solito.
È il caso di Super Relax, creatura uscita dalla fucina creativa del Dottor Pira e dei suoi Fumetti della gleba, ed edito da Coconino. La storia è di per sé eccezionale, basti dire che si tratta di un crossover tra Nicholas Cage, cartoni Warner e Hanna-Barbera, relax e cosmologia, il tutto disegnato nel classico stile del fumetto della gleba. Ma, in questo caso, ad essere speciale è anche il contenitore: un volume paperback con sovracopertina iridescente, con lato interno illustrato, con pagine che sono di fatto un continuo esperimento cromatico. Pira è un autore che evidentemente ama sorprendere e sperimentare anche nella presentazione del fumetto: i suoi autoprodotti vanno dal classico spillato ad un albo come Iodosan pattuglia spaziale, che ricorda un vecchio Urania, o a Ippocrate e Jones, i cui materiali e tecniche di stampa creano uno speciale effetto estetico; ovviamente, dato che si parla di autoproduzioni, in edizione limitata. Coconino riesce a dare spazio a questa creatività “artigianale” producendo un fumetto che, oltre ad essere un bell’oggetto, oltre a collocarsi al di là del “già visto”, ha una tiratura ampia e un prezzo relativamente basso (22€). Eccezione o futuro del fumetto?


Immagine da www.pexels.com

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Niccolò Bassanello

Nato a Bozen/Bolzano, vivo fuori Provincia Autonoma da un decennio, ultimamente a Torino. Laureato in Storia all’Università di Pisa, attualmente studio Antropologia Culturale ed Etnologia all’Università degli Studi di Torino. Mi interesso di epistemologia delle scienze sociali, filosofia politica e del diritto, antropologia culturale e storia contemporanea. Nel tempo libero coltivo la mia passione per l’animazione, i fumetti ed il vino.

archivio.ilbecco.it/autori/itemlist/user/960-niccol%C3%B2-bassanello.html
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