Cinque aziende giapponesi operanti in campo militare hanno registrato, nel 2023, vendite per l’equivalente di 10 miliardi di dollari: il 35% in più rispetto all’anno precedente. Il dato emerge da un rapporto dell’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma.
Nello specifico, a guidare la classifica delle aziende nipponiche che più hanno venduto per il comparto militare vi sono: Mitsubishi Heavy Industries (al trentanovesimo posto con 3,89 miliardi di dollari pari al +23,9% sul 2022), Kawasaki Heavy Industries (al sessantacinquesimo posto con 2,06 miliardi e +16,4%), Fujitsu (al settantunesimo posto con 1,85 miliardi e +50,4%), NEC Corporation (novantunesima con 1,14 miliardi e +83,9%) e Mitsubishi Electric (novantaseiesima con 1,05 miliardi pari al 69,4% in più).
A livello globale, le prima 100 aziende del settore hanno visto un aumento delle vendite del 4,2% pari a 632 miliardi di dollari.
Sempre in quest’ambito, in violazione della Dichiarazione di Potsdam e della Costituzione, il Sol Levante prevede di erogare, nel 2025, 8,1 miliardi di yen (il 60% in più rispetto al 2024) in aiuti militari a Paesi politicamente ad esso vicini.
Ad Okinawa, il primo gennaio, in 250 hanno manifestato contro i lavori di costruzione della base di Henoko e contro la distruzione della baia mediante il suo parziale insabbiamento.
In politica interna, giovedì scorso, l’Imperatore Naruhito ha salutato la folla dal balcone del palazzo imperiale di Tokyo accorsa per il tradizionale saluto della coppia regnante al popolo. Naruhito ha rivolto un pensiero di compassione per le vittime del terremoto nella penisola di Noto.
Il primo gennaio, invece, il premier Ishiba ha ritenuto una “opzione” la possibilità di costruire una grande coalizione con parti dell’opposizione qualora il PLD – ed il suo alleato Nuovo Komeito – non dovesse raggiungere, nelle elezioni del prossimo anno che dovrebbero tenersi anche per il rinnovo della Camera bassa, la maggioranza assoluta. Il partito principale cui i conservatori potrebbero rivolgersi è il Partito Democratico per il Popolo di Yuichiro Tamaki che è si è già parzialmente integrato nella maggioranza.
Circa il finanziamento alla politica, secondo quanto reso noto dal quotidiano comunista Akhata sulla base di rapporti della Dieta, 13 membri del governo Ishiba hanno ottenuto redditi pari o superiori ai 20 milioni di yen provenienti da attività di autofinanziamento con profitti certi, quindi al netto dei costi di organizzazione, compresi tra l’80 ed il 90% e con i nomi degli acquirenti dei biglietti delle attività noti soltanto per il 10%. Il ministro con introiti più elevati è stato Katsunobu Kato il quale, mediante il suo gruppo politico, ha raccolto oltre 120 milioni di yen con un margine di profitto pari al 64,7%. Kato, oggi alle Finanze ma in precedenza alla Salute, ha ricevuto finanziamenti anche dalla Federazione medica giapponese, dalla Federazione politica dell’industria farmaceutica e dalla Federazione dei farmacisti giapponesi.
Dietro Kato, Yoshimasa Hayashi ha guadagnato 104 milioni di yen, con margini di profitto del 78,2% e con una trasparenza sui donatori del 5%.
Il premier ha ottenuto guadagni per 29,91 milioni di yen con un margine di profitto del 79,4% e con una trasparenza dei donatori del 6,7%.
Circa la ricostruzione della penisola di Noto, in una recente intervista al quotidiano comunista Akahata, l’ex parlamentare del PCG Yasushi Fujino ha fatto il punto sull’avanzamento dei lavori. Per Fujino, la demolizione e la rimozione delle macerie degli edifici completamenti distrutti è progredita soltanto per il 25%. Oltre 300 le persone che, a distanza di un anno, vivono ancora nei centri di evacuazione. Circa 255 sono le morti indirette (quelle dirette furono 228) e prodotte cioè da problemi di salute successivi all’evento sismico mentre i casi oggetto ancora d’indagine sono 200. Nelle città più colpite, Suzu e Wajima, la popolazione è diminuita del 10% mentre, al primo novembre, nell’intera area interessata il calo è stato pari a 4.156 persone. L’ex parlamentare ha poi sottolineato come i prefabbricati destinati agli sfollati siano piccole e poco adatte ad ospitare famiglie con persone permanentemente allettate.
“È passato un anno dal terremoto della Penisola di Noto avvenuto il 1 gennaio 2024. Nella regione di Noto, la quale ha subito danni a causa delle forti piogge di settembre ed ha vissuto un doppio disastro senza precedenti, gli sforzi di recupero e ricostruzione della vita delle persone continuano ancora. […] Sono stati compiuti molti progressi nella ricostruzione delle infrastrutture e nella creazione di alloggi temporanei e sempre più persone stanno tornando alle loro case. Tuttavia, anche adesso, nelle aree colpite dal disastro, ci sono casi in cui le persone non hanno nemmeno raggiunto la soglia minima per ricostruire le proprie vite a causa dei ritardi nella demolizione finanziata con fondi pubblici e si trovano ad affrontare varie difficoltà a vivere, lavorare, studiare, mantenere le proprie comunità per cui la situazione continua ad essere disastrosa. Inutile dire che continuiamo ad aver bisogno di un forte sistema di sostegno. Il bilancio supplementare per l’anno fiscale 2024, approvato il 17 dicembre, riflette alcuni degli emendamenti presentati dal Partito Costituzionale Democratico del Giappone ed aumenta il bilancio per la ricostruzione della regione di Noto di 100 miliardi di yen. In risposta a questo emendamento, il governo procederà ora ad esaminare i dettagli della spesa di 100 miliardi di yen, ma il Partito Costituzionale Democratico è propenso a raddoppiare i fondi di sostegno per ricostruire la vita delle vittime del disastro” ha dichiarato il Presidente del PCD, Yoshihiko Noda, il quale ha sottolineato l’esigenza di allargare lo spazio dei sussidi alle abitazioni che hanno subito danni riparabili.
Nella demografia, nell’anno appena conclusosi, il numero di diciottenni è stato pari a 1.090.000 (560.000 uomini e 530.000 donne) e cioè 30.000 in più rispetto allo scorso anno. Complessivamente, i nuovi adulti hanno rappresentato lo 0,88% della popolazione totale.
All’opposto della scala demografica, il 29 dicembre è morta la cittadina giapponese Tomiko Itooka. La donna, nativa di Osaka, aveva 116 anni.
In economia, secondo una ricerca condotta su 114 aziende dall’agenzia di stampa Kyodo, il 73% di queste si attende una crescita economica moderata per l’anno 2025. La maggior parte delle imprese, l’88%, ritiene che vi sarà una crescita dei consumi e l’81% una crescita dei salari.
Il 16% delle imprese ritiene che nell’anno fiscale 2025 non si verificherà alcuna crescita mentre il 2% prevede si avrà una contrazione.
Chiudendo con l’acciaio, come era ormai chiaro da un anno, Biden ha bocciato la proposta proveniente da Nippon Steel di acquisto, per 15 miliardi di dollari, della statunitense US Steel.
“Abbiamo bisogno che le principali aziende statunitensi, le quali rappresentano la quota maggiore della capacità di produzione di acciaio degli Stati Uniti, continuino a condurre la lotta per conto degli interessi nazionali americani” ha dichiarato, venerdì scorso, il Presidente uscente degli Stati Uniti.
(con informazioni di sipri.org; cdp-japan.jp; jcp.or.jp; mainichi.jp; asahi.com)
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