Iniziamo questa Pillola con le notizie provenienti dall’Agenzia Meteorologica del Giappone. Il 13 gennaio un terremoto di magnitudo 6,6 si è verificato al largo delle Prefetture di Miyazaki e Kochi. Sono state segnalate onde di circa 20 centimetri di altezza. Brevemente sospesa la circolazione dei treni ad alta velocità nel Kyushu. Tre le persone ferite.
Sempre in campo meteorologico, la Prefettura di Aomori è stata duramente colpita dalle nevicate. In un’area di Tsugaru, la neve ha raggiunto i 4,3 metri mentre il capoluogo ha registrato anche 128 centimetri.
In politica interna, Shinji Ishimaru, candidato finito secondo nelle elezioni per il rinnovo della carica di Governatore di Tokyo svoltesi lo scorso luglio, ha annunciato, mercoledì scorso, la formazione di un nuovo partito che si chiamerà “Il Sentiero per la Rinascita”. Il partito si presenterà nelle elezioni che si terranno per il rinnovo dell’assemblea metropolitana della capitale.
Tra gli scandali, la Procura della capitale ha indagato un contabile responsabile dei bilanci della fazione del PLD all’assemblea metropolitana di Tokyo. L’uomo è accusato di non aver riportato a bilancio – tra il 2019 ed il 2022 – entrate per 35 milioni di yen ed uscite per 28. Il caso è soltanto l’ennesimo di creazione di fondi neri verificatosi all’interno dei liberal-democratici.
Lo scorso 16 gennaio, in previsione della prossima sessione ordinaria della Dieta che prenderà il via il 24 gennaio, otto gruppi parlamentari dell’opposizione chiederanno che Junichiro Matsumoto, ex segretario amministrativo della corrente che fu di Abe, sia audito dal parlamento come testimone in relazione dell’enorme accumulo di fondi neri andato avanti per anni.
Sulla ricostruzione della penisola di Noto, una delegazione del Partito Comunista guidata da Akira Koike, ha visitato le città di Suzu e Wajima: due delle località più colpite. I parlamentari hanno parlato con alcuni residenti nelle case temporanee e constatato la distruzione delle risaie tanto che, quest’anno, soltanto il 60% della superficie potrà essere idonea a piantare il riso.
Nella demografia, il premier Ishiba ha auspicato un miglioramento dell’economia nelle aree meno urbanizzate volto, in primo luogo, a ridurre l’eccessiva concentrazione di popolazione a Tokyo.
Per favorire questo processo, il governo intende decentrare alcuni uffici nazionali in aree periferiche.
Sulla sanità, la Prefettura di Tokyo sarà la prima nell’Arcipelago a fornire un sussidio, che sarà pari a 100.000 yen, volto a coprire i costi per il parto indolore. Per l’anno 2025, l’ente ha destinato a questo programma un miliardo e cento milioni di yen.
Sempre sulla sanità, mercoledì scorso, a cinque anni dal primo caso di infezione da SARS-CoV-2 registrata nel Paese, l’esecutivo ha fornito i dati complessivi su quanto il COVID-19 abbia colpito la popolazione. I casi registrati a marzo del 2024, sono stati 73 milioni ed i morti 132.000.
Una ricerca condotta sempre nel marzo dello scorso anno ha mostrato come, in 22 delle 47 Prefetture, il 60,7% della popolazione aveva anticorpi che attestano un contatto con il virus.
Frattanto, la società Tokyo Shoko Research, ha pubblicato un rapporto sui fallimenti delle aziende che forniscono assistenza infermieristica a domicilio. Complessivamente, nel 2024, 529 di queste realtà sono fallite o hanno chiuso. Il dato è strettamente connesso con la riduzione dei rimborsi forniti dallo Stato per le prestazioni assicurate da queste aziende nell’ambito di quanto garantito dal sistema sanitario pubblico. Le aziende fallite che forniscono questi servizi sono quasi il 70% del totale delle imprese infermieristiche che hanno chiuso (784) e sono 102 in più rispetto a quelle fallite nel 2023.
Sul welfare, il Ministero della Salute e del Lavoro sta studiando la possibilità di estendere in maniera permanente il mantenimento dello status di dipendente per i lavoratori a tempo parziale anche quando i redditi di questi ultimi sono inferiori ad in 1.300.000 yen. Attualmente lo status, che garantisce la possibilità di alcune deduzioni per familiari a carico, è mantenuto soltanto per massimo due anni dal mancato raggiungimento del livello reddituale previsto.
Sui diritti civili, venerdì scorso, l’esecutivo ha iniziato le pratiche per pagare un risarcimento, possibile alla luce di una norma approvata alcuni anni fa, alle vittime – che non hanno intrapreso un’azione giudiziaria – di sterilizzazione forzata. Il governo pagherà 15 milioni di yen ad ognuna delle vittime della norma eugenetica che è stata in vigore tra il 1948 ed il 1996. Delle 25.000 persone sterilizzate (circa 16.500 senza il loro consenso) circa 23.000 sono ancora vive.
In politica estera, nel corso della propria visita in Indonesia, il premier Ishiba si è impegnato a concedere un prestito alla nazione dell’Asia meridionale destinato alla costruzione, che sarà effettuata dalla giapponese Mitsubishi Shipbuilding, di navi destinate al pattugliamento costiero nonché a migliorare lo scambio di tecnologie ed equipaggiamenti. Il capo del governo nipponico ha concordato con il Presidente indonesiano, Prabowo Subianto, anche la futura organizzazione di vertici nel formato “2+2” e cioè con la partecipazione di ministri di Esteri e Difesa.
Ishiba ha affermato che il Giappone sosterrà un programma alimentare indonesiano fornendo formazione a quanti lavorano nelle mense scolastiche nonché fondi destinati al miglioramento della produttività dei settori dell’agricoltura e della pesca. Prevista, nell’ambito del quadro dell’Asia Zero Emission Community, la cooperazione tra i due Paesi sul fronte della decarbonizzazione e dell’efficienza energetica.
Da parte sua, Prabowo ha sostenuto che l’Indonesia “vuole mantenere strette relazioni con tutte le nazioni ed i blocchi economici del mondo”. Il Paese è di recente entrato a far parte dei BRICS.
Il ministro degli Esteri nipponico, Takeshi Iwaya, si è recato, lunedì scorso a Seul per incontrare l’omologo sudcoreano Cho Tae Yul. I due ministri hanno confermato la cooperazione trilaterale (il terzo Paese sono gli Stati Uniti) sul contrasto alla Corea del Nord. La Corea del Sud si trova da tempo all’interno di una gravissima crisi politica dopo il tentativo di colpo di Stato da parte del Presidente Yoon. Sulla crisi politica, mercoledì scorso, il Segretario Generale del Gabinetto, Yoshimasa Hayashi, ha espresso la preoccupazione del proprio Paese.
Il giorno successivo, la RPDC ha lanciato un missile balistico a corto raggio in direzione del Mare dell’Est. Secondo quanto riportato dalla RdC, il missile è stato lanciato, alle ore 9,30, dalla provincia di Jagang ed ha percorso 250 chilometri.
Venerdì scorso, il dicastero degli Esteri di Pyongyang ha avvertito che eserciterà con “maggiore intensità” il proprio diritto all’autodifesa in risposta alle esercitazioni condotte congiuntamente da Stati Uniti, Giappone ed RdC e che hanno visto il coinvolgimento di bombardieri strategici statunitensi B-1B.
“Il 15 gennaio, i bombardieri strategici B-1B dell’aeronautica militare statunitense sono stati schierati nel cielo sopra il mare aperto vicino alla penisola coreana per condurre un’esercitazione aerea congiunta USA-Giappone-RdC. Lo stesso giorno, le forze aeree statunitensi e della RdC hanno organizzato la prima esercitazione aerea di quest’anno con lancio di proiettili veri. Le provocazioni politiche e militari degli Stati Uniti, osservate giorno dopo giorno nella penisola coreana, dove enormi forze armate di Paesi in guerra sono in stato di massima allerta e la possibilità di un conflitto militare permanente è in agguato, sono causa principale e diretta dell’incitamento al pericolo di conflitto armato e del disturbo della stabilità regionale. Gli Stati Uniti, che hanno trascorso la fine dell’anno scorso con le più grandi esercitazioni di guerra di sempre, sono entrati nel nuovo anno con provocazioni militari che hanno coinvolto i Paesi loro satelliti. […] Il Ministero degli Esteri della RPDC esprime seria preoccupazione per le provocazioni degli Stati Uniti e dei suoi alleati che aggiungono un altro fattore di instabilità alla gravissima tensione nella penisola coreana e chiarisce ancora una volta che l’esercizio da parte della RPDC del diritto all’autodifesa per difendere i diritti sovrani e gli interessi di sicurezza dello Stato sarà condotto in modo più intensivo. L’accesso della RPDC a un deterrente di guerra più forte mirato a contrastare la minaccia militare degli Stati ostili guidati dagli Stati Uniti è un requisito essenziale per mantenere l’equilibrio delle forze nella penisola coreana e garantire la sicurezza della situazione regionale. Come già chiarito, la RPDC scoraggerà con forza qualsiasi provocazione militare pianificata dalle forze ostili e difenderà fermamente gli interessi di sicurezza dello Stato e la pace e la stabilità regionali esercitando in modo più completo e perfetto il diritto all’autodifesa, in conformità con la sua strategia più dura di contrasto” si legge in un comunicato del Ministero degli Esteri nordcoreano.
Iwaya ha poi proseguito il proprio tour nelle Filippine ed a Palau. A Manila, Iwaya ha incontrato l’omologo Enrique Manalo con il quale ha discusso del rafforzamento – in evidentissima funzione anticinese – della cooperazione in ambito militare.
Il ministro ha poi visitato Palau ove ha avuto colloqui con l’omologo Gustav Aitaro discutendo di un’ampia gamma di temi (dai voli tra le due nazioni alla pesca) ed ovviamente anche di cooperazione militare. La nazione del Pacifico, pur essendo di ridottissime dimensioni, è da lungo tempo alleata del Giappone ed uno dei pochissimi Paesi al mondo ad intrattenere relazioni diplomatiche con Taiwan. Il Giappone ha inviato nel Paese un’unità della propria Guardia Costiera.
Nei rapporti con gli Stati Uniti, Shigeru Ishiba si è rivolto, lunedì scorso, al Presidente uscente di quel Paese, Joe Biden, esponendo le preoccupazioni del settore imprenditoriale nipponico per la decisione di non concedere a Nippon Steel di acquistare US Steel. La dichiarazione è avvenuta nell’ambito di una conferenza da remoto che ha visto il coinvolgimento del Presidente filippino Ferdinand Marcos. La società giapponese si è intanto vista estendere, da 30 giorni a partire dal 3 gennaio al 18 giugno, il tempo necessario ad abbandonare “pienamente e permanentemente” le proprie intenzioni di acquisizione. Nippon Steel ha depositato due cause civili contro la decisione delle autorità statunitensi.
Nelle relazioni con la Cina, un gruppo di parlamentari di maggioranza nipponici sono partiti, lunedì scorso, per Pechino al fine di incontrare dirigenti del Partito Comunista Cinese. La visita si colloca nell’ambito di consultazioni tra i partiti di governo delle due nazioni che si erano interrotte nel 2018.
A guidare la delegazione giapponese sono Hiroshi Moriyama, Segretario generale dei liberal-democratici, e l’omologo del Nuovo Komeito, Makoto Nishida.
In settimana, si trovava a Pechino anche il ministro giapponese dell’Agricoltura, Taku Eto, il quale ha incontrato l’omologo Han Jun. I due hanno discusso circa la futura ripresa delle importazioni di carne di manzo nipponica da parte della RPC. La Cina aveva interrotto le importazioni di manzo dal Sol Levante nel 2001 a seguito del verificarsi di alcuni casi di mucca pazza nell’Arcipelago. I due hanno anche discusso circa la ripresa, graduale, delle importazioni di prodotti ittici giapponesi.
Frattanto, secondo un’indagine condotta dall’agenzia di stampa Kyodo su 114 aziende, ha mostrato come il 53% di esse abbia previsto delle misure – tra esse l’evacuazione di personale e di materiale – in caso di intervento militare cinese a Taiwan. Il 12% ha dichiarato di non avere ancora dei piani ma che sta considerando di redigerli in futuro.
In funzione anticinese ed antirussa, il governo statunitense ha approvato, mercoledì scorso, la vendita al Giappone, per complessivi 39 milioni di dollari, di alcuni missili aria-terra. I missili, dei JASSM-ER, possono essere montati sugli F-15 che il Giappone possiede.
Sul trattato ONU per il bando totale delle armi atomiche, incontrando, venerdì scorso, il premier, il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, ha chiesto che il Sol Levante partecipi come osservatore alla riunione dei Paesi aderenti che si svolgerà in marzo.
In ambito militare, mercoledì scorso, il ministro della Difesa nipponico, Gen Nakatani, ha dichiarato che – alla luce dell’accordo bilaterale sulla sicurezza siglato dai due Paesi – il Sol Levante potrà studiare di fornire assistenza e protezione alle portaerei britanniche quando quando queste sono schierate nel Pacifico. Nakatani ha discusso del tema con l’omologo John Healey incontrato a Londra. I due ministri hanno riaffermato la cooperazione, che riguarda anche l’Italia, sullo sviluppo congiunto di un caccia. Mentre era in corso la riunione, 100 soldati britannici, appartenenti alla 16° brigata aerea d’assalto, si trovavano in Giappone per esercitazioni congiunte.
Frattanto, le spese pubbliche per tecnologie a duplice uso (e cioè sia militare che civile), saranno, nel 2025, pari a 364,9 miliardi di yen: circa il doppio rispetto a quanto speso nel 2024. Tra queste spese, 88,6 miliardi saranno destinati a macchinari e tecnologie per il volo ipersonico e 43 per lo sviluppo di sensori destinati ai droni.
Sulle violenze commesse dai militari statunitensi ad Okinawa, lo scorso 16 gennaio, il Governatore della Prefettura, Denny Tamaki, ha incontrato i capi degli uffici decentrati di Esteri e Difesa chiedendo garanzie per la sicurezza delle donne ed in primo luogo la piena applicazione del divieto per i soldati statunitensi di uscire dalle basi nelle ore notturne.
Sempre nell’ambito delle servitù militari, il costo di costruzione della base di Mageshima abbia già superato i 1.000 miliardi di yen. L’isola, sulla quale vive una specie protetta, servirà come base per le forza armate nipponiche e per quelle statunitensi.
In economia, secondo quanto emerso dalla riunione del Consiglio sulle Politiche Economiche e Fiscali, il Sol Levante non sarà in grado di raggiungere la salute fiscale nel 2025. Adesso, il Giappone prevede per l’anno fiscale che inizierà ad aprile un deficit nel bilancio primario (la differenza tra entrate e spese ad eccezione di quelle per il debito) da 4.500 miliardi contro gli 800 miliardi di surplus stimati in precedenza.
Frattanto, nelle previsioni economiche pubblicate mercoledì scorso, il Fondo Monetario Internazionale ha lasciato invariate, all’1,1% per il 2025 ed allo 0,8% per il 2026, le stime di crescita del PIL nipponico.
Sempre in campo macroeconomico, l’avanzo delle partite correnti di novembre del Giappone è cresciuto del 54,4% rispetto allo stesso mese del 2023 per 3.350 miliardi di yen complessivi.
La bilancia commerciale nel settore merci ha registrato un surplus per 97,9 miliardi di yen mentre a novembre del 2023 si era avuto un deficit per 683,3 miliardi.
Nel turismo, secondo dati pubblicati dal governo lo scorso mercoledì, sono stati 36.870.000 i visitatori stranieri che, nel 2024, si sono recati nell’Arcipelago. La spesa complessiva di questi turisti è stata pari ad 8.140 miliardi di yen. Entrambi i dati costituiscono un record assoluto per il Sol Levante.
In agricoltura, è iniziato, lo scorso 15 gennaio, il congresso nazionale della Federazione nazionale dei movimenti contadini. L’organizzazione, la quale rappresenta i piccoli contadini proprietari, chiede da tempo una revisione della politica di liberalizzazione delle importazioni di prodotti agricoli, misure per il contrasto dell’aumento dei prezzi di fertilizzanti, mangimi e carburanti (aggravatasi enormemente in seguito al conflitto ucraino ed alle sanzioni alla Russia cui il Giappone ha aderito) e contro l’invecchiamento dei lavoratori del settore.
Toshiro Hasegawa, presidente della federazione, ha sottolineato come il numero di coltivatori di riso sia crollato ad un terzo rispetto a vent’anni fa e che quello di produttori di bestiame e latte sia sceso sotto i diecimila mentre il tasso di autosufficienza alimentare sia, ormai da anni, fermo al 38%.
Chiudendo con il lavoro, l’ex numero uno del Partito Comunista, Kazuo Shii, ha incontrato, lo scorso 16 gennaio, rappresentanti del Gruppo di Ricerca per l’Industria delle Costruzioni di Chiba. Shii ha manifestato l’adesione del proprio partito alla campagna promossa dalle organizzazioni di settore per una riduzione dell’orario di lavoro ed un aumento dei salari.
(con informazioni di dfa.gov.ph; gov.uk; antaranews.com; kcna.kp; yna.co.kr; islandtimes.org; jcp.or.jp; mainichi.jp)