Continuano a suscitare scandalo, o quantomeno domande, i rapporti tra le grandi imprese ed il Partito Liberal-Democratico. Secondo quanto denunciato dal quotidiano comunista Akahata, le società che hanno costituito Rapidus, società produttrice di semiconduttori beneficiaria di enormi sussidi pubblici, hanno donato – tra il 2021 ed il 2023 – 410,4 milioni di yen all’associazione politica nazionale e cioè il fondo che gestisce le donazioni indirizzate al PLD.
Rapidus è stata fondata nell’agosto del 2022 con investimenti di otto grandi imprese (NTT, Toyota Motor, NEC, Denso, Koxia, SoftBank, Sony Group e Mitsubishi UFJ Bank) ed ha già ricevuto 920 miliardi di yen di sussidi pubblici in ricerca e sviluppo (di contro, le otto società hanno investito 7.300 miliardi).
In dettaglio, Toyota Motor ha donato 150 milioni, NTT 62, il Gruppo Sony 55, NEC 51, Denso 32,4, Mitsubishi UFJ Bank 60.
Nella sanità, Akira Nagatsuma, a nome del PCD, ha nuovamente chiesto alla maggioranza di non procedere sull’innalzamento del tetto al contributo di compartecipazione alle spese mediche per i pazienti afflitti da gravi malattie come quelli oncologici. Il rischio, denunciato da Nagatusma e da associazioni di settore come la Federazione Nazionale dei Medici dell’Assicurazione Sanitaria, è che molti pazienti interrompano addirittura i trattamenti.
“È inaccettabile, anche da una prospettiva di buon senso nella previdenza sociale, che alcune persone siano costrette a scegliere tra le proprie spese mediche e le spese per l’istruzione dei propri figli e considerino di rinunciare al trattamento” ha affermato Nagatsuma il quale ha chiesto una verifica all’interno della spesa sanitaria pubblica volta ad accertare quali spese vadano riviste.
Sulle politiche fiscali, il 18 febbraio, il collega di partito di Nagatsuma, Takeshi Shina, ha presentato in Commissione per gli Affari Finanziari della Camera dei Rappresentanti un emendamento al progetto di legge di modifica sulle imposte sul reddito presentato dall’esecutivo.
Shina ha sottolineato che “il sistema fiscale deve essere ampiamente accettato e godere della fiducia del popolo il quale è il sovrano. Inoltre, dal punto di vista della prevenzione della divisione sociale, l’onere fiscale deve essere commisurato alla capacità di pagamento delle persone”.
Nello specifico, i costituzional-democratici chiedono l’abolizione degli aumenti previsti per le spese militari, l’abolizione delle disposizioni relative alle aliquote fiscali temporanee sulla benzina compensando gli enti locali per la perdita di introiti da quelle addizionali, il rafforzamento della legge sulla trasparenza fiscale speciale con la pubblicazione dei nomi delle società soggette ad aliquote fiscali speciali, la promulgazione di una Carta dei diritti del contribuente a garanzia dell’equità nell’amministrazione fiscale.
Inoltre il PCD punta ad una revisione delle aliquote di prelievo rendendo le imposte sul reddito totalmente progressive, l’aumento del limite di esenzione fiscale per le indennità di pasto in linea con l’inflazione, la creazione di una deduzione per perdite da calamità che tenga in considerazione la capacità di pagamento da parte delle vittime di catastrofi, l’abolizione della defiscalizzazione degli aumenti salariali per il suo ruolo non chiaro nella promozione effettiva di aumenti, l’aumento delle tasse sui profitti delle aziende come principale fonte di finanziamento di spese da destinarsi all’istruzione, la revisione del sistema di esenzione dall’imposta sui consumi per i turisti stranieri il cui potere d’acquisto è aumentato a causa dello yen debole ed infine la progressività delle imposte sulle successioni e sulle donazioni.
“Dato che il partito al governo non ha più la maggioranza, l’era in cui il sistema fiscale era essenzialmente deciso solo attraverso discussioni a porte chiuse all’interno del partito al governo è finita” ha chiosato Shina presentando il progetto di riforma.
Il giorno precedente, il premier, ricercando l’appoggio alla finanziaria da parte di Nippon Ishin no Kai, aveva aperto alla proposta del copresidente di quel partito, Seiji Maehara, di abolire il limite di reddito destinato all’ottenimento di sussidi scolastici destinati agli studenti delle scuole superiori. Ad oggi, per ogni studente di quegli istituti, le famiglie con redditi inferiori ai 9,1 milioni di yen annui possono ottenere un sussidio che può giungere ad un massimo di 118.800 yen.
Sullo scandalo di Moritomo Gakuen, alla luce della recente sentenza che ha annullato la decisione del dicastero delle Finanze di non diffondere i documenti connessi al suicidio del funzionario Toshio Akagi, il deputato costituzional-democratico Hiroshi Kawauchi ha nuovamente sollevato la questione in parlamento. Intervenendo in sede di commissione Bilancio della Camera dei Rappresentanti, Kawauchi ha chiesto che tutti i documenti, comprese note o appunti, connessi alla svendita di un terreno demaniale all’associazione Moritomo Gakuen (prossima alla famiglia di Shinzo Abe), siano resi pubblici e che non prosegua l’ostruzionismo dei conservatori. Toshio Akagi si suicidò dopo che gli venne ordinato di falsificare dei documenti che dovevano giustificare l’enorme calo di valore, sulla carta, del terreno.
Tra i vigili del fuoco, secondo uno studio condotto dall’Agenzia responsabile la scorsa estate, nel 2023 si sono verificati almeno 176 casi di abuso di varia natura e tra essi fisici e sessuali (19 casi) e di potere (145 casi). Lo studio è il primo di questo tipo realizzato nel Paese. Duecentosei i vigili sanzionati. L’83,5% dei casi hanno avuto dei subordinati come vittime e dei superiori come autori. La maggior parte dei casi denunciati, 107, sono avvenuti negli uffici.
Nell’energia, martedì scorso, il governo nipponico ha approvato il piano base per l’energia. Il piano si caratterizza per un impegno verso la decarbonizzazione puntando sulle energie rinnovabili e sul nucleare. Il governo spera di tagliare le emissioni di CO2 rispetto al 2013 del 60% entro il 2035 e del 73% entro il 2040.
Il piano auspica una produzione di energia da nucleare del 20% per il 2040 (contro l’8,5% del 2023), da rinnovabili per una percentuale tra il 40 ed il 50% (contro il 22,9% del 2023), da carbone e petrolio (rispettivamente del 28,5 e del 7,3% nel 2023) al 21% per il 2030 (con un 19% da carbone) e del 30-40% complessiva per il 2040 comprendendo, per quella data, anche la produzione da gas che è, al 2023, del 32,9% e che si auspica ridursi al 20% per il 2030.
In politica estera, il ministro nipponico Takeshi Iwaya, nel corso della riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi del G7 svoltasi il 15 febbraio, ha ribadito la necessità di far proseguire il conflitto in Ucraina continuando a contrastare la Russia.
Martedì, Iwaya, ha intanto confermato che il Giappone non parteciperà alla prossima sessione dei Paesi che hanno sottoscritto – al contrario del Sol Levante – il trattato ONU per il divieto totale delle armi nucleari. La riunione si terrà ad inizio marzo a New York.
Dalla Cina, la delegazione di padroni guidata dal numero uno di Keidanren, Masakazu Tokura, ha incontrato, lunedì scorso, il vicecapo del governo, He Lifeng, chiedendogli di affrontare il tema della supposta sovrapproduzione cinese nell’acciaio e nella mobilità elettrica.
Da parte sua, He ha sottolineato come il mondo oggi viva una fase di “protezionismo ed unilateralismo” ed espresso la volontà di rafforzare i legami economici con il Sol Levante.
Proprio nei rapporti con la Cina, a partire da maggio, il Sol Levante ha annunciato che consentirà alle famiglie provenienti da Taiwan di registrare – anagraficamente ed allo Stato Civile – come proprio luogo di origine l’isola e non più la Cina. Scontata la condanna di Pechino che, con il Portavoce degli Esteri, Guo Jiakun, ha ricordato come “Taiwan è unicamente un affare interno cinese”.
Intanto, nell’ottica di farsi pecora ma sperando che il lupo non la divori, il Giappone non ha sottoscritto una dichiarazione, firmata da 79 Paesi, di condanna alla decisione del governo statunitense di sanzionare funzionari della Corte Penale Internazionale. Il Giappone è il maggiore sostenitore finanziario dell’organismo ed una propria cittadina, Tomoko Akane, ne è alla guida da marzo dello scorso anno.
Frattanto, mercoledì scorso, il Segretario Generale del Gabinetto, Yoshimasa Hayashi, ha sostenuto che il Giappone “risponderà in maniera appropriata guardando ai dettagli sui dazi quando saranno resi noti e su come impatteranno sul Giappone”. Il giorno precedente, il Presidente statunitense, Donald Trump, ha annunciato che aumenterà – dal 2 aprile – i dazi sulle importazioni di auto dal 2,5 al 25%
Circa le relazioni con l’Afghanistan, martedì scorso, Toshihide Ando, direttore dell’ufficio per gli Affari Mediorientali ed Africani del Ministero degli Esteri di Tokyo, ha incontrato “informalmente” dei funzionari del governo de facto del governo afghano e tra essi Latif Nazari, viceministro dell’Economia di quel Paese. Secondo quanto comunicato alla stampa, il funzionario nipponico avrebbe chiesto ai talebani di rispettare i diritti umani. In una lettera inviata all’agenzia di stampa Kyodo, Nazari aveva espresso la volontà del proprio governo di sviluppare “forti, amichevoli e profonde relazioni con il Giappone”, Paese che “non ha mai interferito e non interferirà negli affari interni dell’Afghanistan”.
In economia, secondo dati governativi pubblicati lunedì scorso, il PIL nipponico per il periodo ottobre-dicembre del 2024 è cresciuto di un 2,8% annualizzato.
Chiudendo con la bilancia commerciale, a gennaio il Sol Levante ha registrato un deficit pari a 2,76 miliardi di yen: il 56,2% rispetto allo stesso mese del 2024. Le esportazioni sono cresciute del 7,2% (per 7.860 miliardi di yen) mentre le esportazioni hanno visto un +16,7% (10.620 miliardi).
Per nazione, il Giappone ha registrato un surplus di 467,97 miliardi con gli Stati Uniti ed un deficit di 1.440 miliardi con la Cina. In campo valutario, il tasso di cambio con il dollaro è stato, in media, di 157,20.
(con informazioni di cdp-japan.jp; jcp.or.jp; mainichi.jp; asahi.com)