Non accennano ad attenuarsi gli scandali finanziari che coinvolgono il Partito Liberal-Democratico. Nella settimana appena conclusasi, si è appreso che la federazione del partito che fu guidata da Shigeru Ishiba ha registrato indirizzi di persone fisiche a fianco di donazioni effettuate invece da aziende. Sopra i 50.000 yen annui, la legge impone la registrazione dei nomi e degli indirizzi dei donatori.
Il 19 marzo, cinque partiti dell’opposizione hanno presentato congiuntamente una proposta di legge volta a vietare il finanziamento alla politica da parte di aziende ed organizzazioni.
Sui regali fatti dal premier, pare a titolo personale e con proprio denaro, a parlamentari neoeletti, Akira Nagatsuma, a nome del Partito Costituzionale Democratico ha commentato che “il tasso di approvazione del governo è crollato e la sfiducia sta crescendo. L’unico modo per eliminare riabilitare il primo ministro è cambiare rotta e sostenere un disegno di legge per vietare le donazioni da parte di aziende e organizzazioni”.
“Il Primo Ministro Ishiba riuscirà a farla franca insistendo sul fatto che questa non è attività politica e che non c’è nulla di illegale? Se riesce a farla franca, allora la Legge sui Fondi Politici è una legge poco rigida e dovrebbe essere esaminata più rigorosamente” ha dichiarato, martedì scorso, il Segretario del PCD, Junya Ogawa, il quale ha invitato Ishiba a “comparire il prima possibile in commissione per l’etica” sottolineando che “la questione non sarà risolta con la sola comparizione”.
Mercoledì scorso, intervenendo in parlamento, il premier ha spiegato di essere stato, per anni, preoccupato di essere accusato di tirchieria.
“Nel corso della mia lunga carriera, la gente si è lamentata molto di me, dicendo che non socializzavo bene con gli altri e che ero tirchio. Immagino che fossi troppo preoccupato per questo” ha affermato Ishiba.
Interrogato, il 19 marzo, dal senatore Takumi Onuma, il premier ha affermato che il denaro regalato non è stato incluso nel bilancio delle entrate e delle uscite della propria segreteria in quanto non considerato come relazionato alle attività politiche.
Secondo indiscrezioni apparse sulla stampa – alle quali la segreteria ha risposto di aver “sempre seguito la legge” – anche Fumio Kishida regalò denaro ad almeno 15 neoparlamentari durante il suo mandato quale capo del governo.
In settimana si è appreso che anche Toshitaka Ooka, eletto alla Camera dei Rappresentanti nel 2012, ricevette 100.000 yen dall’allora premier Shinzo Abe.
Circa il bilancio, la maggioranza ha raggiunto un accordo, lo scorso martedì, per modificarlo in Camera dei Consiglieri. Una volta modificata, la finanziaria passerà nuovamente alla Camera bassa.
Lo stop all’aumento di alcuni costi sanitari peserà per 10,5 miliardi di yen che saranno recuperati sottraendoli ai fondi di riserva assegnati all’esecutivo.
Martedì scorso, sono intanto iniziate, in Camera dei Rappresentanti, le discussioni sul disegno di legge per la sicurezza informatica presentato dalla maggioranza. Tetsuya Shiokawa, a nome del Partito Comunista, ha espresso preoccupazione per le possibili violazioni alla riservatezza dei dati personali.
Nell’istruzione, martedì scorso, svariati sindacati dei ricercatori del RIKEN, il maggior centro di ricerca del Giappone, hanno convocato una conferenza stampa per criticare alcune sentenze che hanno consentito la mancata stabilizzazione e la conseguente interruzione del rapporto di lavoro di alcuni ricercatori. I sindacati hanno chiesto all’esecutivo di avviare la stabilizzazione dei ricercatori dopo dieci anni di rinnovi.
Sempre in quest’ambito, stando a quanto pubblicato dal quotidiano comunista Akahata, cinque università nazionali hanno nominato nei propri consigli di amministrazione (obbligatori in virtù della riforma approvata dai conservatori) dei dirigenti d’azienda e ciò causerà, come naturale, un’influenza di quelle società sulle attività accademiche.
Sul nucleare, la Chubu Electric Power ha iniziato, lunedì scorso, a smantellare il secondo reattore della centrale di Hamaoka (Shizuoka). Per il momento, in assenza di un sito per il loro stoccaggio, le scorie saranno depositate all’interno dell’edificio che ospita il reattore.
In politica estera, martedì scorso, il premier nipponico ha incontrato l’omologo micronesiano, Wesley Simina, offrendogli un prestito da 380 milioni di yen volti all’installazione di cavi subacquei.
Prestiti in vista anche per il Bhutan. Nella settimana appena conclusasi il Ministero degli Esteri nipponico ha reso noto che, il mese scorso, l’ambasciatore giapponese in India e Bhutan, Keiichi Ono, ha siglato con l’omologo bhutanese a Tokyo, Vetsop Namgyel, hanno siglato un accordo che prevede un prestito da parte del Sol Levante da 13,7 miliardi di yen. Il denaro sarà utilizzato nell’ambito di un progetto che prevede la costruzione di tre strutture per la produzione di energia idroelettrica nelle province di Samdrup Jongkhar e Samtse. I lavori inizieranno a maggio e dovrebbero terminare nel 2029. Per la piccola nazionale himalayana, l’energia idroelettrica rappresenta il 40% del valore totale delle esportazioni.
Nei rapporti con la Cina, una delegazione del PCD, guidata da Katsuya Okada, si è recata, lo scorso 20 marzo, a Pechino per incontrare una delegazione del Partito Comunista Cinese guidata da Li Shulei. I rappresentanti dei due partiti hanno sottolineato l’importanza delle relazioni bilaterali tra i due Paesi e del divieto alla importazioni di prodotti ittici giapponesi stabilito dalla Cina dopo la decisione del Sol Levante di rilasciare nell’oceano le acque contaminate da trizio stoccate nell’ex impianto di Fukushima Daiichi.
Rimanendo nell’ambito dei rapporti con la RPC, venerdì scorso si è tenuto un incontro trilaterale dei ministri Esteri di Giappone, RdC e Cina. I tre ministri hanno concordato di mantenere delle relazioni “orientate al futuro”.
Il titolare della diplomazia cinese, Wang Yi, ha poi incontrato il premier Ishiba sottolineando l’importanza della cooperazione tra le due nazioni. Wang ha anche ricordato come quest’anno si ricordi l’ottantesimo anniversario della vittoria della Cina contro l’aggressione giapponese e ribadito che soltanto con una corretta percezione della storia sia possibile costruire un futuro migliore.
Con una mossa che non ha fatto piacere a Pechino, in settimana, lo Yuan legislativo, “parlamento” di Taiwan, ha nominato come proprio consigliere il giapponese Shigeru Iwasaki, già capo dello Stato Maggiore Congiunto delle Forze di Autodifesa.
“Taiwan è una parte inalienabile della Cina e la questione di Taiwan è unicamente un affare interno della Cina, la quale che non tollera interferenze esterne. Il principio di una sola Cina è il fondamento politico delle relazioni Cina-Giappone. Quest’anno segna l’80° anniversario della vittoria della Guerra di resistenza popolare cinese contro l’aggressione giapponese e della Guerra antifascista mondiale. Il Giappone ha responsabilità storiche nei confronti del popolo cinese sulla questione di Taiwan e dovrebbe agire con estrema prudenza ed onorare la promessa di aderire al principio di una sola Cina con azioni concrete. Abbiamo indirizzato proteste alla parte giapponese. Le provocazioni separatiste delle autorità del DPP con il sostegno straniero sono destinate a fallire” ha dichiarato, il 21 marzo, Mao Ning, Portavoce del Ministero degli Esteri della Repubblica Popolare.
In ambito militare, lo scorso 21 marzo, la Corte Distrettuale di Saga ha respinto un ricorso di 40 cittadini che si opponevano alla concessione da parte della Prefettura alle Forze di Autodifesa, di suoli dell’ente. L’area, prossima all’aeroporto di Saga, ospiterà dei velivoli Osprey.
Nella cooperazione militare con gli Stati Uniti, il ministro della Difesa nipponico, Gen Nakatani, ha sostenuto che il piano di risparmio sulle spese militari deciso da Donald Trump non influenzerà le capacità di difesa congiunte.
In economia, il Ministero dell’Economia, Industria e Commercio presenterà un piano per il sostegno dell’industria nazionale operante nella sicurezza informatica. L’esecutivo spera, entro dieci anni, in vendite triplicate per i prodotti nipponici (3.000 miliardi dai 900 attuali).
Frattanto, martedì scorso, nel corso del vertice dei ministri delle Finanze del G7, il ministro nipponico Kato ha criticato la scelta degli Stati Uniti di aumentare i dazi alle importazioni su acciaio ed alluminio.
Preoccupazioni per le politiche commerciali statunitensi sono state espresse, il giorno successivo, dal Governatore della Banca Centrale, Kazuo Ueda.
Per il mese di marzo, nel consueto rapporto sull’economia, il governo ha lasciato invariate le prospettive sostenendo che l’economia sta recuperando moderatamente. Purtuttavia, il rapporto ha messo in guardia circa i rischi insiti nell’inflazione e nella conseguente contrazione della domanda interna da questa provocata nonché, come è ovvio, sui dazi imposti dagli Stati Uniti.
Nella bilancia commerciale, il Sol Levante ha registrato, in febbraio, un surplus pari a 584,51 miliardi di yen. Per singoli Paesi, il Giappone ha ottenuto un surplus di 918,85 miliardi con gli Stati Uniti (+29,3% rispetto allo stesso mese del 2024) mentre con la Cina ha registrato un deficit per 186,8 miliardi (-57,4%).
Nel settore edilizio, al primo gennaio di quest’anno, i prezzi dei suoli edificabili sono aumentati del 2,7% rispetto all’anno precedente. Per la prima volta dal 1992 sono aumentati anche i prezzi delle aree al di fuori delle grosse concentrazioni urbane. Nel dettaglio, la crescita è stata del 2,1% i prezzi dei suoli residenziali e del 3,9% quelli dei terreni ad uso commerciale.
Nelle aree urbane di Tokyo, Nagoya ed Osaka i prezzi sono cresciuti, rispettivamente, del 4,3% per tutte le categorie (del 7,1% per i suoli commerciali e del 3,3% per quelli residenziali).
Chiudendo con il turismo, venerdì scorso, l’esecutivo ha concesso a 9 comuni (di questi cinque ad Hokkaido) e 2 Prefetture (Miyagi ed Hiroshima) di introdurre una tassa di soggiorno. L’importo della tassa sarà compreso tra i 100 ed i 500 yen a notte per persona.
(con informazioni di xinhuanet.com; cdp-japan.jp; jcp.or.jp; mainichi.jp; kyodonews.net)