Iniziamo questa Pillola con la politica estera. Lo scorso lunedì, il premier nipponico, Shigeru Ishiba, si è recato in Vietnam ove ha incontrato il capo del governo Pham Minh Chinh. I due rappresentanti hanno ribadito, a fronte delle politiche commerciali degli Stati Uniti, la necessità di mantenere il commercio libero ed aperto e di realizzare incontri nel formato “2+2” (Esteri e Difesa) a livello viceministeriale. La mossa aprirebbe alla possibilità che il Vietnam possa acquistare equipaggiamenti e tecnologie nipponiche legate alla sicurezza. I due capi di governo hanno poi fatto il punto sui numerosi progetti di cooperazione congiunti nei settori del commercio, dell’industria e dell’energia, della scienza e tecnologia e dell’agricoltura.
Nel corso della visita sono stati siglati quattro ulteriori accordi di cooperazione: uno nel campo della ricerca nel campo dei semiconduttori, uno sulla formazione del personale che lavora in questo settore, uno sull’insegnamento del giapponese nelle scuole elementari e medie e l’ultimo circa la collaborazione in progetti per la transizione energetica.
Ishiba ha poi incontrato anche il Presidente Luong Cuong al quale ha espresso apprezzamento per il contributo fornito dagli oltre 630.000 vietnamiti che vivono e lavorano nel Sol Levante.
Martedì, Ishiba è poi volato per Manila ove ha incontrato il Presidente Ferdinand Marcos. I due Paesi si trovano in una “epoca d’oro” delle relazioni bilaterali, ha dichiarato Marcos incontrando Ishiba.
“Le Filippine ed il Giappone sono vicini, uniti da un oceano, e siamo anche alleati degli Stati Uniti. I nostri due Paesi sono legati da valori fondamentali, e tra essi lo stato di diritto, nonché da sfide comuni in materia di sicurezza, economia e prevenzione dei disastri” ha dichiarato Ishiba.
I due capi di governo hanno discusso del possibile impatto sulle rispettive economie dei dazi statunitensi nonché degli investimenti nipponici nelle Filippine i quali hanno contribuito a rendere il Sol Levante il secondo partner commerciale della nazione dell’Asia meridionale.
La visita è servita anche ad avviare le discussioni su un accordo per gli acquisti e la logistica in ambito militare volto a contribuire, anche se tale nazione non è stata espressamente menzionata, al contenimento della Cina nonché a fare il punto sull’accordo di reciproco accesso: trattato che renderebbe più semplice la presenza di truppe nipponiche (l’inverso appare improbabile) nelle Filippine e che potrebbe essere approvato dal parlamento giapponese già nella sessione di giugno.
Alla RPC ha fatto riferimento, questa volta in maniera esplicita, il premier nipponico commentando le ultime mosse cinesi intorno a dei banchi di sabbia oggetto di rivendicazioni territoriali tra RPC, Filippine e diverse altre nazioni dell’area.
“Spero che le nostre due nazioni possano comunicare continuamente tra loro al fine di opporsi ai tentativi di cambiare, con la forza o la coercizione, lo status quo nel Mar Cinese Orientale ed in quello Meridionale e per realizzare un’area indopacifica libera ed aperta e fondata sullo stato di diritto” ha sostenuto il capo del governo di Tokyo.
A Pechino, lo scorso martedì, un gruppo di parlamentari nipponici, con in testa il Segretario del PLD, Hiroshi Moriyama, ha incontrato Zhao Leji, Presidente del Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale Popolare Cinese e Liu Jianchao, capo del dipartimento alle Relazioni Internazionali del Partito Comunista Cinese. Scopo della visita, la richiesta che la RPC consenta nuovamente le importazioni di prodotti ittici giapponesi. Le importazioni erano state vietate dopo la decisione di Tokyo di rilasciare nell’oceano le acque contaminate (anche se trattate) stoccate all’interno dell’ex impianto nucleare di Fukushima Daiichi.
Altra richiesta avanzata da Moriyama è stata la ripresa delle importazioni di carne di manzo giapponese. Su quest’ultimo prodotto, lo stop, si produsse nel 2001 in seguito a casi di mucca pazza verificatesi nell’Arcipelago.
Se Moriyama è volato a Pechino per cercare il dialogo con la Cina, l’ex ministra per la Sicurezza Economica, Sanae Takaichi, si è recata a Taipei ove ha incontrato il “presidente” di Taiwan, Lai Ching-te, con il quale ha discusso del rafforzamento delle catene di rifornimento con un particolare riguardo per quelle dei semiconduttori: settore nel quale la taiwanese TMSC è guida nel mondo.
Sul nucleare militare, intervenendo a New York, lo scorso lunedì, alla conferenza preparatoria della conferenza di revisione del Trattato di Non Proliferazione Nucleare che si terrà nel 2026, il ministro degli Esteri nipponico, Takeshi Iwaya, ha manifestato l’impegno del Giappone su questo fronte e fatto riferimento alle capacità nucleari della Corea del Nord e, pur senza menzionarla, a quelle della Cina. L’impegno è soltanto verbale dato che il Sol Levante non ha aderito al trattato ONU per il bando delle armi atomiche né ha intenzione di rinunciare all’ombrello nucleare offerto dagli Stati Uniti.
L’Alta Rappresentante delle Nazioni Unite per il disarmo, Nakamitsu Izumi, ha espresso preoccupazione per il fatto che negli ultimi anni le armi nucleari siano state utilizzate come “strumento di coercizione” e che le scorte e le capacità degli Stati possessori continuino a crescere. mentre le capacità delle armi nucleari continuano a migliorare e le scorte nucleari continuano ad aumentare, senza gli sforzi e la buona fede delle parti del trattato, “Il Trattato rimarrà una strategia slegata dalla pratica” in assenza della buona fede dei Paesi sottoscrittori ha aggiunto la diplomatica.
In chiusura di settimana, 94 Paesi hanno approvato un impegno alla difesa della memoria delle vittime dei bombardamenti atomici del 1945. Tra le potenze nucleari, soltanto la Gran Bretagna ha votato favorevolmente.
Sui dazi imposti, anche al Giappone, dal governo statunitense, Ryosei Akazawa, ministro per la Rivitalizzazione Economica ed incaricato dal governo a condurre le trattative con gli USA, è ripartito, giovedì scorso, per Washington per tenere ulteriori incontri con la controparte.
Al centro degli incontri vi saranno ulteriori aperture ai prodotti agricoli statunitensi – ed in particolare alla soia ed al mais – da parte dei nipponici.
Venerdì, Ishiba ha promesso che – nelle discussioni con gli USA – il Sol Levante difenderà il proprio interesse nazionale.
In ambito militare, lo scorso lunedì sono stati dislocati presso la base dell’Aeronautica nipponica di Komatsu (Ishikawa) tre caccia F-35A venduti dagli Stati Uniti. In precedenza, soltanto la base di Misawa vedeva la presenza di tali velivoli: per la precisione 39.
Frattanto, il periodico comunista Akahata ha smentito le dichiarazioni del Presidente statunitense circa il contribuito – a dire di Trump, esclusivo – fornito dagli Stati Uniti alla difesa del Giappone. In realtà, dal 1978 al 2024, il Sol Levante ha contribuito con 27.327,9 miliardi di yen alla presenza delle truppe a stelle e strisce sul proprio territorio. In realtà, l’articolo 24 del SOFA, lo Status of Forces Agreement, escluderebbe la possibilità che il Giappone debba coprire spese diverse da quelle connesse all’affitto di suoli da destinarsi alle truppe statunitensi.
In politica interna, il 3 maggio si è celebrato il Giorno della Costituzione. “Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il popolo giapponese decise di garantire che non saremmo mai più stati colpiti dagli orrori della guerra attraverso l’azione del governo e fu promulgata la Costituzione del Giappone. Diamo grande importanza al fatto che la Costituzione giapponese abbia contribuito in modo significativo allo sviluppo della pace, della democrazia e della tutela dei diritti umani nel Giappone del dopoguerra. Ancora oggi nel mondo si verificano continui conflitti e la società internazionale prevista dalla Costituzione non è stata realizzata.
L’importanza della libertà di espressione deve essere sottolineata in una società democratica in cui l’opinione di una minoranza di oggi potrebbe diventare l’opinione di una maggioranza di domani. Tuttavia, la libertà di parola sui social media, che si è sviluppata rapidamente negli ultimi anni, incita alla discriminazione ed alla divisione e rappresenta una minaccia per la democrazia.
Il ruolo della politica non è solo quello di preoccuparsi della situazione attuale, ma di competere per elaborare idee per risolverla. Il percorso dalla fine della guerra ai giorni nostri non è stato affatto agevole. Tuttavia, i nostri sforzi per incarnare i valori della Costituzione, quali la ricerca della pace, il controllo dell’esercizio del potere e la garanzia della dignità dell’individuo, devono proseguire costantemente. E in questo viaggio non c’è una linea di arrivo” si legge nel comunicato di Yoshihiko Noda, Presidente del Partito Costituzionale Democratico.
“Il Giappone iniziò il suo viaggio postbellico con una Costituzione che si riprometteva di garantire che mai più saremmo stati colpiti dagli orrori della guerra attraverso l’azione del governo. Tuttavia, durante questo periodo, i governi PLD-Nuovo Komeito hanno imposto decisioni di governo ed una legislazione sulla sicurezza che autorizzano l’esercizio dell’autodifesa collettiva, hanno proceduto con il possesso di capacità di attacco alle basi nemiche – lo spiegamento in massa di missili a lungo raggio con cui attaccare altri Paesi – ed hanno portato avanti, negli ultimi cinque anni, una massiccia espansione militare del valore di 43.000 di yen, con un bilancio anomalo in cui le spese militari sono in rialzo da tre anni a questa parte. Inoltre, si sta istituendo un centro di comando per operazioni congiunte per attacchi alle basi nemiche e si stanno facendo progressi nella creazione di un sistema che porterebbe di fatto le Forze di Autodifesa sotto il comando ed il controllo dell’esercito statunitense. Non possiamo tollerare in nessuna circostanza un atto così oltraggioso che mina alla base i principi di pace sanciti dalla Costituzione. Per fermare la creazione di uno stato di guerra che minaccia sia la pace che la vita, auspico l’espansione della coalizione nazionale del movimento “Non distruggere la Costituzione, proteggila”.
Adesso, sotto il governo Trump negli Stati Uniti, ci si pone domande fondamentali su cosa fare delle relazioni tra Giappone e Stati Uniti e se sia accettabile continuare con una politica del fare tutto ciò che l’America ci dice di fare, come è stato fino ad ora.
Il presidente Trump ha parlato di “trasferimento forzato dei residenti di Gaza e possesso a lungo termine della Striscia da parte degli Stati Uniti”, incoraggiando di fatto il genocidio israeliano a Gaza e tollerando l’invasione russa dell’Ucraina. Gli Stati Uniti stanno imponendo unilateralmente i “dazi Trump” ai Paesi di tutto il mondo, violandone la sovranità economica Ignorando la Carta delle Nazioni Unite ed il diritto internazionale e stracciando sconsideratamente gli accordi commerciali, gli Stati Uniti hanno perso fiducia e si stanno avviando verso l’isolamento dal mondo. Il declino dell’impero americano è davvero iniziato.
In queste circostanze, è davvero accettabile per noi continuare a comportarci come nazione in guerra, mediante l’alleanza assoluta Giappone-Stati Uniti come nostra unica prerogativa? Questo rappresenterebbe un modo per distruggere la Costituzione giapponese ed isolare il Giappone dal mondo, insieme all’America del presidente Trump.
Ora è il momento di cambiare radicalmente il rapporto tra Giappone e Stati Uniti, instaurando un clima di uguaglianza e giustizia.
[…] Le forze che glorificano il periodo prebellico e sono ostili alla Costituzione e alla democrazia nata nel dopoguerra stanno ostacolando l’adozione di cognomi separati per le coppie sposate, i matrimoni tra persone dello stesso sesso e stanno tentando di mobilitare la ricerca accademica per costruire una nazione in guerra. Il Partito Comunista Giapponese è determinato a sostenere tutte le disposizioni della Costituzione e tra esse, “il rispetto per l’individuo”, “l’uguaglianza davanti alla legge”, “il diritto alla ricerca della felicità” e “la libertà accademica”; a lottare per la piena attuazione delle clausole democratiche pacifiche e a fare tutto ciò che è in suo potere per realizzare una società in cui possano prosperare libertà, democrazia e dignità individuale” si legge invece nel comunicato firmato dalla Presidentessa del Partito Comunista, Tomoko Tamura.
Sui diritti civili, il PCD ha nuovamente presentato, lo scorso 30 aprile, una proposta di legge che consenta alle donne sposate di conservare il cognome da nubile.
Sul lavoro, nella settimana appena trascorsa, l’Alta Corte di Osaka ha condannato lo Stato a risarcire – con sei milioni di yen – i familiari di un lavoratore morto a causa dell’asbestosi. Contro la sentenza non è stato presentato appello. Oggetto del contendere era l’individuazione del termine di inizio del periodo di vent’anni entro il quale è possibile richiedere il risarcimento e cioè se andasse preso in considerazione il riconoscimento della malattia da parte del Ministero o la diagnosi fatta al lavoratore dal proprio medico (la quale, nel caso specifico, era di un anno precedente).
Sempre in questo campo, in 14.000 hanno sfilato a Tokyo per celebrare il primo maggio. Al centro della manifestazione, e delle altre che si sono svolte in tutto l’Arcipelago, vi è stata la richiesta di aumento a 1.500 yen l’anno del salario minimo orario, aumenti di stipendio significativi per i lavoratori della sanità e la fine dei lunghi orari di lavoro per gli insegnanti.
Sul nucleare civile, mercoledì scorso, l’Agenzia Regolatrice per il Nucleare ha dato il via libera alla riattivazione del terzo reattore della centrale della Hokkaido Electric Power di Tomari. Il reattore è il più giovane del Giappone essendo stato completato nel 2007. Dopo lo stop intervenuto a seguito dei nuovi criteri di sicurezza introdotti nel 2012, l’azienda aveva depositato, a luglio del 2013, una richiesta di riattivazione.
In economia, la produzione industriale dell’anno fiscale chiusosi a marzo è calata dell’1,6% rispetto all’anno precedente. Fatta cento la produzione industriale del 2020, l’indice che misura il dato ha toccato quota 101,3. Nella sola industri automobilistica, la produzione è calata del 3,1%.
L’indice annuale delle consegne è sceso del 2% (100,0) mentre quello delle scorte è diminuito dell’1,0% (98,6).
Giovedì scorso, il Governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, ha dichiarato che lente di emissione manterrà la propria politica di progressivo aumento dei tassi nonostante le incertezze prodotte dalle politiche commerciali statunitensi.
Sui consumi, i prezzi del riso nella settimana compresa tra il 14 ed il 20 aprile, sono aumentati per la sedicesima settimana consecutiva. In media, il prezzo per i consumatori del pacco da cinque chilogrammi, è stato di 4.220 yen: 3 yen in più rispetto alla settimana precedente e ben 2.132 yen in più rispetto al medesimo periodo del 2024. La continua crescita dei prezzi è segno dell’inefficacia dell’immissione sul mercato di circa 210.000 tonnellate di riso stoccate dallo Stato. La maggior parte del riso è stata acquistata dalla Federazione Nazionale delle Associazioni delle Cooperative Agricole ma soltanto una piccola parte è arrivata nei supermercati.
Nel lavoro, il tasso di disoccupazione del 2024 è stato del 2,5% e cioè dello 0,1% in meno rispetto all’anno precedente. In termini assoluti, i disoccupati sono stati 1.750.000: -30.000 rispetto al 2023.
Gli occupati sono cresciuti di 370.000 unità per complessive 67.930.000 persone: il dato più alto da quando esistono questi dati (1953).
Chiudendo con il trasporto aereo, i profitti di ANA Holdings per l’anno fiscale 2024 sono diminuiti del 2,6% rispetto all’anno precedente per complessivi 153,03 miliardi di yen. Le vendite sono aumentate del 10% per 2.260 miliardi di yen, tuttavia, l’aumento dei costi operativi, pari a 2.070 miliardi, ha contenuto di molto i profitti.
Japan Airlines ha riportato invece vendite per 1.840.000.000 yen (+11,6%) mentre gli utili sono cresciuti del 12% per complessivi 107.040.000 yen.
(con informazioni di pna.gov.ph; baochinhphu.vn; cdp-japan.jp; jcp.or.jp; mainichi.jp; asahi.com)