Dopo quasi una settimana dalla denuncia della sinistra di opposizione di “Diritti in Comune” (Una Città in Comune e Rifondazione Comunista), almeno a parole nessuno più sostiene il progetto di una enorme base militare di 70 ettari all’interno del Parco di Migliarino-San Rossore.
Non lo difende il sindaco leghista Michele Conti: “Mi faccio interprete dal sentimento della comunità pisana nel dirmi contrario a quel tipo di intervento in un’area che ricade nel parco naturale”.
E non lo difende il PD, che presenterà in Consiglio Regionale una mozione per chiedere alla giunta di Eugenio Giani “di avviare un confronto con l’esecutivo nazionale, ministero della Difesa e autorità militari”.
Ma per arrivare all’obiettivo di scongiurare la colata di cemento, superiore per estensione allo stesso complesso ospedaliero di Cisanello, di strada da fare ne resterà molta. Perché la decisione presa alla zitta dal “governo dei migliori” con un DPCM del 14 gennaio scorso, su indicazione del piddino Lorenzo Guerini titolare della Difesa, è ammesso alle procedure semplificate previste per le opere di difesa nazionale. Ed è già da tempo in Gazzetta Ufficiale.
Il consigliere comunale di Diritti in Comune Francesco Auletta, che con le realtà dell’associazionismo ambientalista sta preparando per martedì prossimo [19 aprile ndr] una assemblea che si annuncia infuocata al circolo ARCI di Coltano, non crede alla conversione di Lega e PD: “Tutti i partiti di governo e le amministrazioni territoriali erano a conoscenza del progetto da quasi un anno”.
A riprova, il presidente del parco Lorenzo Bani conferma di essere stato informato dell’esistenza di un progetto all’inizio del 2021. “Fummo chiamati a esprimere un parere tecnico al Comipar, l’ente chiamato a decidere sugli interventi infrastrutturali militari. Il parere, nettamente negativo, era basato su una decina di parametri stringenti fra cui vincoli paesaggistici, ambientali e di consumo del suolo. Al momento di dover presentare la relazione, la questione era già stata misteriosamente eliminata dall’ordine del giorno. Poi mesi dopo i due corpi militari mi cercarono, per chiedermi lumi su cosa si sarebbe potuto fare nell’ex centro radar in disuso da anni all’interno del parco. Ma non si parlava certo di un simile progetto, che è un’indecenza”.
I corpi militari di cui parla Bani sono soprattutto il Primo reggimento Carabinieri paracadutisti Tuscania, e il centro cinofili di Pisa. Che dovrebbero diventare i titolari di 70 ettari con decine di stabili ad uso militare e zone all’aperto funzionali all’addestramento dei reparti, un eliporto, poligoni di tiro, una torre di ardimento, una pista per l’addestramento alla guida veloce, parcheggi, un campo sportivo con piscina e molto altro ancora”.
Ciliegina avvelenata sulla torta acida, tutto quanto sarà finanziato con i fondi del PNRR.
Ancora Auletta: “Le risorse destinate ad un piano che sulla carta ‘si propone di ricostruire un tessuto economico e sociale, coniugando e incentivando le opportunità connesse alla transizione ecologica’, non si investono per tutelare e potenziare le riserve naturali, ma per cementificarle e riempirle di attrezzature belliche. Ecco la transizione ecologica del PD e della Lega”.
Le deputate Yana Ehm e Simona Suriano, di ManifestA, hanno depositato un’interrogazione parlamentare al governo.
Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana ha fatto lo stesso: “Già il fatto di utilizzare i fondi del Pnrr per una nuova base militare è sbagliato. Se poi questa base va a intaccare pesantemente un parco, distruggendo almeno 70 ettari, siamo ben oltre ogni possibile immaginazione”.
Si sono fatti sentire Verdi e SCE di Pisa, così come la CGIL: “Tutto avviene anche in spregio alle recenti modifiche della Carta costituzionale – osserva una sconcertata Camera del Lavoro – introdotte lo scorso febbraio agli articoli 9 e 41, specificando la tutela dell’ambiente come principio fondamentale da salvaguardare”.
Apparso su Il Manifesto in data 13.04.2022
La gigantesca base militare da 73 ettari di estensione e da 445.189 metri cubi che il Governo vuol costruire a Coltano nel Parco di San Rossore, decisa con un DPCM del 14 gennaio scorso, ammessa alle procedure semplificate previste per le opere di difesa nazionale, e già da tempo in Gazzetta Ufficiale, sta provocando un po’ di imbarazzo nell’esecutivo di Mario Draghi.
Prova ne è la risposta del sottosegretario alla difesa Mulè a un ordine del giorno presentato a Montecitorio dal pentastellato Riccardo Ricciardi: “Il governo – riassume il deputato del M5S – tramite il sottosegretario ha accolto il nostro testo, impegnandosi a valutare l’opportunità di rivedere la soluzione prevista, auspicando di trovare al più presto un’alternativa praticabile”.
L’impegno “a valutare l’opportunità di rivedere la soluzione prevista” non è però sufficiente, insistono le due parlamentari di ManifestA, Yana Ehm e Simona Suriano, che non fanno sconti nemmeno ai Cinque Stelle, da cui pure provengono e da cui sono uscite non votando la fiducia al governo Draghi: “È la stessa logica con cui hanno affrontato l’aumento della spesa militare, prorogando solo di qualche anno il previsto aumento”.
In parallelo Ehm e Suriano annunciano per venerdì pomeriggio (ore 15) una nuova manifestazione di protesta a Coltano, indetta dalla lista di cittadinanza Una Città in Comune e Rifondazione Comunista che hanno scoperto il caso, e con anche Potere al Popolo e il sindacato di base USB.
L’imbarazzo per una decisione ufficialmente già presa, su input del ministro piddino alla difesa Guerini, si fa sentire anche nel PD pisano e nei suoi alleati – M5S, Sinistra Civica Ecologista e Sinistra Italiana – per le elezioni comunali del prossimo anno. Anche loro danno appuntamento per venerdì ma di sera (ore 21) al circolo ARCI di Coltano per una assemblea pubblica: “Il ‘cantiere aperto’ del centrosinistra – anticipano – è contrario all’ipotesi di insediare entro il perimetro del Parco una nuova base”.
Anche l’associazionismo ambientalista, con il Comitato Permanente Parco Coltano San Rossore, contesta il mega progetto destinato ad accogliere i reparti speciali dei carabinieri (Gruppo di Intervento Speciale GIS, Primo Reggimento Paracadutisti Tuscania e Centro Cinofili), con la costruzione sui 73 ettari dei comandi e delle strutture necessarie alle attività addestrative (eliporto, pista per l’addestramento alla guida veloce, torre di ardimento, strutture sportive, magazzini, uffici, laboratori e capannoni), oltre a 18 immobili residenziali destinati ad accogliere un centinaio di appartenenti all’Arma e le loro famiglie.
Così un centinaio di persone ha manifestato sotto Palazzo Gambacorti in occasione dell’ultima seduta del consiglio comunale: “È un progetto da non realizzare – hanno spiegato i manifestanti – né a Coltano né altrove, per evitare l’ulteriore militarizzazione di un territorio che vede già un’alta concentrazione di basi militari”.
All’opposto, la Lega con Susanna Ceccardi, mettendo in serio imbarazzo il sindaco Michele Conti del suo stesso partito, ha ribadito l’importanza del progetto e la necessità di andare avanti.
Mentre la presunta mediazione del PD con la Difesa e l’Arma dei Carabinieri porterebbe a mantenere i centri addestrativi a Coltano, con l’unica eccezione dei 18 immobili residenziali per i militari da spostare in periferia ad Ospedaletto.
Unica certezza, al momento, è l’incontro fissato per il 4 maggio a Firenze fra il sindaco Conti, ufficiali del comando generale dell’Arma, rappresentanti della Regione Toscana, dell’ente Parco e della Difesa, per discutere un progetto che i militari insistono comunque a voler realizzare, sottolineando la necessità di costruire la base in prossimità dell’aeroporto militare pisano.
“L’obiettivo è fare della nostra città la piattaforma logistica della guerra, una tra le più rilevanti a livello europeo”, tirano le somme Una Città in Comune e PRC.
Apparso su Il Manifesto in data 28.04.2022
Immagine di Andrea D’Angiolo (dettaglio) da flickr.com
Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco.