“Ad oggi l’unica cosa ufficiale che possiamo dire è che i licenziamenti in GKN non sono passati e questo è un risultato della lotta. Tuttavia rimane il grande problema dell’assenza di una politica industriale pubblica e del ridimensionamento del settore dell’automotive, nonostante i numerosi fondi del PNRR”.
Molto più che la nazionalizzazione di una fabbrica: il Collettivo di Fabbrica rilancia per il recupero di stabilimenti in dismissioni o a rischio chiusura con la creazione di un polo pubblico per la ricerca nel settore auto, per nove tecnologie a emissioni zero.
Per i vertici GKN il punto fermo è la liquidazione dello stabilimento fiorentino, che non escluderebbe ulteriori trattative, con l’ombra mai troppo lontana del licenziamento collettivo dei 422 addetti.
«Anche nel vostro settore avete i nostri problemi. Quelli di essere sotto personale, di fare orari impossibili, e di avere un accesso al lavoro e alla stabilità economica sempre più complicato. Non c’è differenza fra l’essere in due invece che in tre su una linea, come accade a noi, ed essere da soli a fare un servizio televisivo, tenendo con una mano il microfono e con l’altra le telecamera.»
Mentre il fondo Melrose insiste nel cercare di dividere le rappresentanze sindacali dalle istituzioni, sono pronte due bozze di proposta di legge contro le delocalizzazioni: quella del governo e quella dell’assemblea di fabbrica dello stabilimento GKN di Campi Bisenzio.
Il 9 settembre sarà discusso il ricorso presentato dalla FIOM CGIL per comportamento antisindacale del management GKN.
“Ci sembra assurdo che un’azienda che si comporta come Gkn/Melrose a Firenze possa avere una partnership con il governo italiano”. Continua il dibattito sul decreto sulle delocalizzazioni e, nel frattempo, continua la moblitazione del Collettivo di Fabbrica GKN.
L’assemblea di fabbrica rimanda al mittente temporeggiamenti e retoriche consumate, contro le delocalizzazioni e per il futuro non solo della GKN, ma dell’intero mondo del lavoro.