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24 Novembre 2019

#317 – Passi avanti sull’accordo per lo scambio di informazioni militari nippo-coreano

Roberto Capizzi Pillole dal Giappone

Nessun progresso è stato raggiunto lo scorso lunedì dai colloqui di Bangkok tra i titolari della Difesa di Giappone e Repubblica di Corea circa la prosecuzione del trattato per lo scambio di informazioni sensibili denominato GSOMIA.
Le due parti “hanno ribadito le proprie posizioni originarie” ha affermato Jeong al termine dell’incontro sottolineando che “il nostro governo era intenzionato fino a giugno a rinnovare il patto ma dopo gli ostacoli alle esportazioni poste dal Giappone, motivate da un danno alla fiducia verso la loro sicurezza, siamo stati costretti a porre fine al GSOMIA”.
A nulla sarebbero valsi, dunque, i tentativi del ministro statunitense Mark Esper il quale, al fine di far riavvicinare le parti, aveva incontrato separatamente Taro Kono e Jeong Kyeong Doo.
“Anche se il GSOMIA dovesse terminare continueremo la cooperazione in materia di sicurezza con il Giappone” ha però chiarito il presidente sudcoreano Moon lo scorso giovedì.
Giappone e Corea del Sud continueranno “a consultarsi regolarmente insieme alle più importanti nazioni” ha affermato il Portavoce della Presidenza sudcoreana Chung Eui-yong al termine della riunione settimanale del Consiglio di Sicurezza Nazionale della RdC.
In chiusura di settimana, con una decisione inaspettata, la Presidenza sudcoreana ha comunicato che rimanderà il proprio piano di porre termine all’accordo permettendo dunque che esso possa proseguire.
“Il nostro governo ha deciso di sospendere la fine del trattato a condizione che il GSOMIA possa essere interrotto in ogni momento” ha comunicato venerdì scorso Kim You Geun.
Soddisfazione è stata espressa da Abe per la “decisione strategica” compiuta dai sudcoreani.
A determinare la svolta è stata, con ogni probabilità, la presa di posizione del parlamento statunitense – che in una risoluzione approvata giovedì scorso afferma come “l’area indo-pacifica sia alla base della sicurezza e della difesa in particolare per contrastare le minacce nucleari e missilistiche” – nonché la telefonata del ministro Pompeo alla controparte sudcoreana avvenuta il medesimo giorno.

Frattanto il responsabile sudcoreano dei negoziati con il Giappone all’Organizzazione Mondiale per il Commercio ha ventilato la possibilità di interrompere i colloqui con la controparte.
“Non discuteremo tanto per discutere” ha affermato lo scorso giovedì Chung Hae Kwan al termine del secondo round di negoziati tenutosi a Ginevra.

In chiusura di settimana è anche giunta nell’Arcipelago la ministra degli Esteri della RdC Kang Kyung Wha per partecipare al G20 di Nagoya. Tra i temi in discussione del summit lo sviluppo dell’Africa nonché le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti.
Kang e Motegi nell’incontro tenutosi ai margine del vertice hanno concordato un prossimo colloquio, che dovrebbe svolgersi già a dicembre, tra Shinzo Abe e Moon Jae In.

Il G20 è stata anche l’occasione per un incontro tra Motegi e l’omologo russo Sergej Lavrov che è servito a fare il punto sulle numerose attività economiche congiunte che sono state avviate nelle Curili meridionali e nell’Estremo Est russo.
Prima dell’incontro il Portavoce dell’esecutivo nipponico aveva nuovamente ribadito la posizione di Tokyo circa la necessità di ridiscutere la sovranità delle isole Curili più prossime ad Hokkaido.
A questa posizione ha, per l’ennesima volta, risposto Lavrov: “con tutto il rispetto per il Segretario Generale del Gabinetto siamo guidati dagli accordi già raggiunti dal Presidente russo ed il primo ministro giapponese. Essi hanno deciso di andare avanti nella discussione dei problemi che rimangono ponendo come base la Dichiarazione del 1956, la quale afferma chiaramente l’integrità territoriale e la sovranità della Russia su tutte quelle terre […] riconoscendo così i risultati della Seconda Guerra Mondiale. A partire da ciò si potrà discutere tutto il resto”.
Lavrov si è però detto soddisfatto della partecipazione nipponica ai progetti nel settore degli idrocarburi (tra questi l’Artic LNG) e per la cooperazione tecnologica in ambito sanitario.
I due ministri si vedranno nuovamente a Mosca a metà dicembre. Il 23 novembre, intanto, è giunto nell’Arcipelago, per una visita programmata da tempo, il Capo di Stato Maggiore della Marina militare russa, l’ammiraglio Nikolaj Yevmenov.

Sul nucleare il Ministero dell’Industria ha sostenuto che lo scarico in mare dell’acqua contaminata attualmente stoccata all’interno dell’ex impianto di Fukushima avrebbe un impatto sulla salute umana “significativamente piccolo”.
L’acqua che viene a contatto con il materiale radioattivo cresce di giorno in giorno ed il problema del suo stoccaggio è ancora irrisolto. Stando a quanto sostenuto dal Ministero l’acqua presenterebbe una contaminazione inferiore a quella cui naturalmente gli esseri umani sono esposti quotidianamente.
Opinione identica, ma non poteva essere altrimenti, è stata espressa da TEPCO in una stima, la prima resa pubblica, circa il contenuto di trizio presente nell’acqua stoccata e che sarebbe compreso tra i 27 ed i 106.000 miliardi di becquerel e dunque inferiore, nella maggior parte dei casi, alle acque ordinariamente rilasciate in mare dalle centrali.
Suggerite anche quattro date per il rilascio di quantità di acqua: 2020, 2025, 2030 e 2035. La stima non tiene conto delle acque che quotidianamente affluiscono nell’impianto e che portano sempre più in là le quantità immagazzinate.
Una comunicazione ufficiale, nella quale si ribadisce il “basso rischio” circa il rilascio in mare di queste acque, è stata fatta dal governo nipponico agli ambasciatori di 17 Paesi

In tema militare è iniziata a Chiba, lo scorso 18 novembre, una fiera delle armi patrocinata dall’Agenzia per le Acquisizioni, Tecnologia e Logistica del Ministero della Difesa. All’evento hanno preso parte 62 industrie nipponiche e 93 straniere. Circa 400 i manifestanti che hanno espresso la propria contrarietà e sottolineando come la fiera violi la Costituzione ed i principi pacifisti che dovrebebro guidare la politica estera dell’Arcipelago.
Nella settimana appena trascorsa il Ministero della Difesa ha anche ospitato una conferenza con rappresentanti di 25 Paesi (tra essi Gran Bretagna, Turchia ed Indonesia) volta a discutere congiuntamente le contromisure da affrontare nel caso in cui disastri naturali dovessero colpire l’Arcipelago nel corso delle prossime Olimpiadi.

Rimanendo in quest’ambito il Papa ha inviato lo scorso 18 novembre un messaggio al popolo giapponese esprimendo la condanna della chiesa all’uso dell’armi atomiche: “insieme a voi tutti prego affinché le distruttive armi nucleari non sia mai più usate nella storia dell’umanità. Usare armi nucleari è immorale”.
Il capo dei cattolici si è recato nell’Arcipelago il 23 novembre visitando le città martiri di Hiroshima e Nagasaki.

In politica interna il premier Abe ha finalmente ammesso di aver avuto un ruolo nel processo di selezione dei, numerosissimi, ospiti alla cerimonia, pagata con soldi pubblici, che si tiene in un parco edochiano alla fioritura dei ciliegi.
Il medesimo giorno il Portavoce dell’esecutivo, rispondendo al deputato comunista Toru Miyamoto, ha chiarito che erano circa 1.000 le persone invitate direttamente dagli uffici del primo ministro, 1.000 quelle invitate da Taro Aso mentre sarebbero state 6.000 gli invitati da dirigenti e parlamentari del PLD.
Il 19 novembre Hiroshige Seko, ex ministro dell’Economia ed attualmente capogruppo del PLD alla Camera dei Consiglieri, ha ammesso che il partito avrebbe suggerito ai parlamentari uscenti, e ricadidati nelle elezioni dell’estate passata, di predisporre liste di inviti contenenti elettori del proprio collegio.
Richieste di partecipazione, stando a documenti pubblicati dal quotidiano Mainichi, sarebbero state compilati e distribuiti anche da consiglieri comunali di Shimonoseki, città nella quale risiede il premier.
Anche per quanto concerne la parziale copertura dei costi di una cena, tenutasi nel 2015 (e poi ancora nel 2017 e nel 2019) presso l’Hotel New Otani di Tokyo e rivolta a persone invitate alla manifestazione, documenti mostrati dall’agenzia di stampa Kyodo fanno emergere il sospetto che i 5.000 yen pagati dai partecipanti non siano una cifra credibile e rappresentino circa il 40% del costo reale della cena.
Accuse di insabbiamento sono giunte da Toru Miyamoto, deputato del Partito Comunista, il quale ha chiesto la lista degli invitati ed i costi sostenuti lo scorso 9 maggio ma aveva ricevuto in risposta che i documenti erano stati mandati al macero.
“I documenti sono stati distrutti affinché i dirigenti potessero negare i dettagli ai parlamentari?” ha chiesto Miyamoto a Yukihiro Otsuka, Direttore Generale della segreteria dell’Ufficio per il Governo, convocato come testimone dalla Commissione per il Governo della Camera dei Rappresentanti. Otsuka ha negato che vi sia una relazione tra la richiesta di accesso agli atti del parlamentare e la distruzione dei documenti. “I documenti sono stati distrutti per nascondere le prove del fatto che i partecipanti al sakura(il nome dell’evento ndr) sono aumentati e ciò ha provocato una crescita dei fondi usati” ha sottolineato il parlamentare comunista.
Altro elemento rimarcato da Miyamoto sono gli inviti che sarebbero stati fatti o suggeriti dalla moglie del premier la quale è, a tutti gli effetti, una privata cittadina. L’esecutivo, mediante Yoshihide Suga, ha smentito che Akie Abe abbia emesso inviti per il sakura ed anzi “non è stata per nulla coinvolta” nella vicenda. Le dichiarazioni di Suga cozzano però con quanto riferito da Shoji Onishi, consigliere della Segreteria del Gabinetto il quale, ingenuamente, si era lasciato scappare che “la signora Abe ha fornito alcuni nomi”.

Parlando con i giornalisti mercoledì il premier aveva intanto auspicato che nei due anni di mandato che gli rimangono alla guida del PLD e del Paese egli intenda raggiungere gli obiettivi che si è prefissato sin dal 2012 e principalmente la demolizione dell’articolo 9 della Costituzione giapponese, quello che assicura il carattere pacifista della politica estera del Paese.
Il 19 novembre, per la cinquantesima volta, si è tenuto un sit-in che ha visto la partecipazione di parlamentari dell’opposizione, contro qualsiasi tentativo di modifica dell’articolo 9 e per lo stop ai lavori di costruzione della nuova base USA di Henoko (Okinawa).
“Questa Costituzione è un’arma di lotta per la gente in difficoltà ed è un incubo che la si voglia cambiare portando il tema ad ogni sessione della Dieta” ha affermato la senatrice costituzionale-democratica Sakura Uchikoshi nel proprio messaggio di saluto.

Sul fronte lavoro critiche sono state avanzate dalle organizzazioni sindacali alle bozze di alcune linee guida preparate dal Ministero competente e volte a ridurre il fenomeno degli abusi commessi dai superiori nei confronti dei sottoposti. Le misure, presentate il 20 novembre in sede di Consiglio per le Politiche del Lavoro, “rischiano di generare abusi ed essere usate dai datori di lavoro come catalogo di scuse” per Kumie Inoue, sindacalista di Rengo, la maggiore confederazione sindacale del Paese.
Tra i punti più criticati vi è il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nel processo di riconoscimento dei comportamenti abusanti da parte dei datori di lavoro e dei dirigenti di azienda.
Critiche sono avanzate anche dall’Associazione degli Avvocati del Lavoro del Giappone i quali spingono affinché dalle linee guida siano tolti una serie di esempi di molestie che possono essere utilizzati dai datori di lavoro per modellare il proprio comportamento di modo da non incorrere, ufficialmente, in abusi.

Una richiesta di vigilanza sui Giochi di Tokyo 2020, in particolare per quanto concerne la sicurezza ed i diritti all’organizzazione, è stata inviata dal Sindacato Internazionale dei Lavoratori Edili e del Legno a Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale. Nonostante gli incontri con la Prefettura di Tokyo ed il Consiglio Giapponese per lo Sport “i nostri tentativi di ottenere giustizia non sono andati a buon fine” si legge nella lettera.

Rimanendo in questo campo è stato riconosciuto dall’Ufficio del Lavoro di Fukuoka che il suicidio di un dipendente di Mitsubishi Electric avvenuto nel 2017 è stato un evento lavoro-correlato. L’uomo avrebbe effettuato infatti oltre 100 ore di straordinario mensili presso l’impianto di Toyooka (Prefettura di Hyogo).
La vicenda assumerà certamente contorni politici in quanto il dipendente era in regime di lavoro discrezionale e cioè il proprio salario, trattandosi di incarico dirigenziale, non era legato al numero di ore lavorate. Il lavoro discrezionale è una delle riforme in materia approvata dalla maggioranza con l’obiettivo dichiarato proprio di ridurre il numero di ore lavorate da dirigenti ed alte professionalità.

In economia sono state confermate le voci che vedevano Line, società del gruppo SoftBank che si occupa di messaggistica, in trattative per la fusione con Yahoo Japan. Le due società avrebbero un potenziale combinato di oltre 100 milioni di utenti.

In ambito macroeconomico il segretario del Partito Liberal-Democratico Toshihiro Nikai ha manifestato lo scorso martedì l’esigenza di approvare un bilancio aggiuntivo di circa 10.000 miliardi di yen al fine di rilanciare l’economia investendo in particolare in infrastrutture. Perplessità sono state espresse dal vicepremier e ministro delle Finanze Taro Aso.
Il medesimo giorno, intanto, la Camera dei Rappresentanti ha approvato il trattato commerciale bilaterale stretto con gli USA. L’approvazione della Camera dei Consiglieri dovrebbe arrivare entro la chiusura dei lavori della Dieta prevista per il 9 dicembre.
Contrarie le opposizioni che hanno nuovamente rilevato come non vi sia nell’accordo alcuna garanzia circa l’abbassamento da parte statunitense dei dazi sulle auto nipponiche mentre viceversa il settore agricolo dell’Arcipelago sarà esposto senza alcuna difesa alla concorrenza dei prodotti americani. Di “forzatura” ha parlato il segretario generale del Partito Socialdemocratico Hajime Yoshikawa il quale ha posto l’accento sul poco tempo concesso ai parlamentari per discutere dell’accordo: “la Commissione Esteri si è riunita per 11 ore […] un tempo incredbilmente breve”.
“C’è la possibilità che Trump possa reiterare le proprie minacce sui dazi alle auto”
ha rimarcato anche Junichi Sugawara, ricercatore del Mizhuo Research Institute.

Approvato, frattanto, dal parlamento un progetto di legge che consentirà la creazione di un’agenzia nazionale, che sarà operativa dal prossimo primo aprile, per gestire le procedure connesse all’esportazione di alimenti semplificandole e consentendo dunque una loro crescita. La legge consentirà inoltre a privati che rispondono a determinati criteri di poter effetuare i controlli sanitari in sostituzione dei competenti uffici delle Prefetture e del Ministero della Salute.
Il prossimo anno potrebbero intanto riprendere le esportazioni di carne bovina verso la Cina ferme dal 2001 a causa di alcuni casi di encefalopatia spongiforme bovina che colpirono l’Arcipelago.

Nelle esportazioni globalmente intese si è frattanto registrato un surplus in quelle di beni per la prima volta negli ultimi quattro mesi per 17,27 miliardi di yen (a settembre si era avuto invece un deficit superiore ai 124 miliardi).
Le esportazioni calate del 9,2% (in gran parte a causa deel calo della domanda di veicoli e componentestica dagli USA e dalla Cina) ma sono crollate anche le importazioni (del 14,8%) in virtù di un abbassamento del prezzo del petrolio e del gas liquefatto.

Sul fronte infrastrutturale il Sol Levante ha offerto all’Indonesia cooperazione nella costruzione della nuova capitale della nazione asiatica e di conseguenza nella distruzione di parte della foresta del Borneo dove la nuova città avrà sede.
L’offerta è stata avanzata da Hiroto Izumi, consigliere economico del premier Abe, a Luhut Pandjitan, dirigente del Ministero per gli Investimenti indonesiano nel corso di una tre giorni che Izumi, accompagnato tra gli altri dall’ex premier Yasuo Fukuda, ha effettuato nell’arcipelago.

Successi all’estero anche per un consorzio di aziende nipponiche guidate da Sojitz Corporation. La società ha vinto, sconfiggendo Huawei e la sudcoreana KT, un accordo da 7 miliardi di dollari per il miglioramento delle infrastrutture telefoniche in Myanmar. Tra le aziende parti del consorzio anche NEC ed NTT Communications. Obiettivo del committente, le Poste e Telecomunicazioni del Myanmar, triplicare le connessioni telefoniche tra Yangon, Mandalay e Naypyitaw.
Sempre nella settimana appena trascorsa Huawei ha comunicato, mediante il proprio presidente Liang Hua, che i componenti acquistati da aziende nipponiche nel 2019 hanno raggiunto la cifra di 1.100 miliardi di yen e cioè oltre il 50% in più rispetto al 2018. Secondo un rapporto diffuso dall’azienda cinese Huawei avrebbe creato 46.400 posti di lavoro in Giappone (lo scorso anno erano 29.200) e generato entrate fiscali per 208 miliardi di yen (+136% rispetto al 2017).

L’OCSE ha intanto rilasciato le ultime stime di crescita per il Giappone: 1% nel 2019, 0,6% nel 2020 e 0,7% nel 2021. Secondo l’organizzazione internazionale l’impatto negativo sulla domanda interna causato dall’aumento dell’imposta sui consumi sarà parzialmente mitigato dalla ricaduta positiva che avranno i Giochi Olimpici nel 2020.

Nel settore turistico un accordo di cooperazione di 9 anni è stato stretto tra la piattaforma Airbnb, molto criticata in Italia per questioni di ordine fiscale, ed il Comitato Olimpico Internazionale. Una cooperazione ed una conseguente riduzione dei limiti al settore da parte delle amministrazioni locali (le quali in verità hanno poco potere di intervento stando alla legge quadro nazionale di recente approvazione) è stata chiesta anche dal responsabile della filiare nipponica del colosso alberghiero Yasuyuki Tanabe.

Ad ottobre, frattanto, il Giappone ha registrato il più alto calo nel numero di visitatori stranieri negli ultimi sette anni: -5,5% (in termini assoluti 2.496.600 contro i 2.640.610 dello stesso mese del 2018).

Il calo è duvuto in larghissima misura alle conseguenze del tifone Habigis che ha scosso l’Arcipelago in quel mese. Le tre compagnie assicurative MS&AD Insurance Group Holding, Sompo Holding e Tokio Marine potrebbero sborsare per compensare i propri clienti danneggiati dall’evento una cifra vicina ai 982 miliardi di yen.
Tra le altre ragioni di questi numeri anche il crollo nel numero dei turisti sudcoreani che sono stati il 65,5% in meno rispetto all’ottobre del 2018.

Nell’auto è stato lanciato da Toyota un servizio per il pagamento mediante telefonino di servizi di noleggio di auto. L’applicazione, denominata Toyota Wallet, opererà inizialmente soltanto sugli smartphone di Apple e soltanto a partire dalla prossima primavera su quelli Android.

Nell’elettronica Parasonic ha annunciato lo scorso giovedì che interromperà per il 2021 la produzione di schermi a cristalli liquidi a causa della eccessiva concorrenza cinese e sudcoreana. La società aveva interrotto la produzione di schermi liquidi per televisori nel 2016 ma aveva proseguito in quella per veicoli ed usi industriali.


(con informazioni di yna.co.kr; tass.com; popeinjapan2019.jp; cdp-japan.jp; sdp.or.jp; mainichi.jp; asahi.com)

Immagine Cp9asngf (dettaglio) da Wikimedia Commons

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Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d’adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

archivio.ilbecco.it/autori/itemlist/user/922-roberto-capizzi.html
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