Menu
  • Home
  • Politica
  • Cultura
  • Iniziative
  • Chi siamo
Close Menu
Carlo_Novelli_-_Operai_in_sciopero_-_1977
Gennaio 5, 2020

Reato di sciopero, reato di solidarietà: i primi effetti del decreto sicurezza

Riccardo Chiari Politica

C’è stato bisogno della lettera aperta di due studentesse toscane di 17 e 18 anni iscritte a due licei fiorentini, per dare un minimo di visibilità alle 21 multe fino a 4.000 euro che si sono abbattute sulla schiena dei lavoratori immigrati della Tintoria Superlativa di Prato.
Operai pachistani e africani, puniti per il reintrodotto reato di «blocco stradale» a causa di un picchetto, durante una lunga vertenza tesa a far rispettare i loro diritti dentro una azienda a conduzione cinese, dove gli operai venivano pagati meno di 1.000 euro per turni di lavoro di 12 ore, sette giorni su sette, e dove il ritardo dei pagamenti è di mesi e mesi. Una situazione così patologica da aver convinto anche la procura pratese ad aprire una inchiesta, dopo i controlli dell’Ispettorato del lavoro che per la terza volta in quattro anni hanno portato a sanzionare l’azienda.

Il SI COBAS, il sindacato di base che ad ottobre aveva organizzato la protesta, e che aveva visto la sua delegata Sarah Caudiero ferita a un piede quando un’auto uscita dalla Superlativa aveva forzato il sit-in degli operai, denuncia che si è trattato di una delle prime applicazioni di una norma contenuta nel «decreto sicurezza», voluto dall’ex ministro Matteo Salvini e accettato, nei fatti, anche dal governo in carica.
Un provvedimento nei confronti di chiunque blocchi, ostruisca o ingombri la circolazione, giustificato dal vecchio governo M5S-Lega con la necessità di fronteggiare gli episodi che compromettono la sicurezza dei trasporti e la libera circolazione. Ma che per molti giuristi è invece finalizzato a punire in modo esemplare chi si riunisce in strada per manifestare, o picchetta fuori le fabbriche, le scuole o le istituzioni.

«La mattina del 16 ottobre abbiamo letto dell’investimento di una sindacalista davanti alla fabbrica – hanno raccontato Elena e Margherita nella loro lettera aperta – i cui operai da mesi sono in sciopero perché non vengono pagati. Quella mattina abbiamo deciso di andare pure noi davanti a quei cancelli, per manifestare la nostra vicinanza tanto agli operai quanto alla sindacalista ferita. Non ci sembrava che chiedere il rispetto di un contratto potesse essere in un qualche modo criminale, ma le multe che sono state recapitate anche a noi e ad altri 21 operai questo farebbero pensare».
Assistite dai genitori, le due ragazze che vivono a Montopoli Valdarno e Sesto Fiorentino e fanno parte dell’Iniziativa Antagonista Metropolitana hanno già presentato ricorso in Prefettura e un appello rivolto al prefetto di Prato Rosalba Scialla e alle istituzioni cittadine contro la sanzione ricevuta, e segnalano: «Da quasi quattro mesi è in carica un governo che purtroppo non ha ancora trovato il tempo per eliminare una legge fascista come il decreto sicurezza. La nostra speranza è che questo tempo si trovi al più presto, per cancellare una norma ingiusta».
Ce n’è anche per Salvini: «Non ci piacciono le sue parole di odio, e come giovani ci sentiamo doppiamente attaccati dalle sue politiche, perché il paese che vorrebbe costruire è quello che, un giorno, erediteremo noi».

Per protestare contro le sanzioni, alla vigilia di Natale c’è stata una piccola manifestazione davanti alla Prefettura. Fra i partecipanti anche esponenti di Rifondazione Comunista, che lancia un appello: «Ci piacerebbe che il ‘fronte unico antifascista’ si manifestasse anche in casi del genere. Noi continueremo ad essere a fianco degli operai e dei sindacati che portano avanti questa lotta. Sarebbe comunque un bel segnale se anche altri partiti e movimenti che si richiamano ai valori della Costituzione e dell’antifascismo solidarizzassero concretamente con questi lavoratori».
Per il 7 gennaio prossimo è stata indetta un’assemblea pubblica, in vista di una intera giornata di mobilitazione il 18 gennaio.

Apparso su Il Manifesto in data 28 dicembre 2019


Immagine: Carlo Novelli, Operai in sciopero (dettaglio) da Wikimedia Commons

Print Friendly, PDF & Email
Riccardo Chiari

Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco.

archivio.ilbecco.it/autori/itemlist/user/942-riccardo-chiari.html
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)

Correlati

Related Posts

womenMOD

Società

Agitu Gudeta e la narrazione dell’omicidio di una donna, attivista, imprenditrice

L’omicidio di Agitu Ideo Gudeta ci mette di fronte, per l’ennesima volta, ai limiti del giornalismo italiano. Anche nel raccontare le circostanze della sua morte si è fatto un’enorma fatica a smarcarsi dalla retorica del “buon migrante” che è riuscito ad integrarsi nella comunità che lo ha accolto, senza riuscire a vedere oltre.

Print Friendly, PDF & Email
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
exercise-class

Umanistica e sociale

Il tempo libero nella società neoliberista

[Dall’archivio]
Nel tempo libero si fa sempre meno ciò che ci dà realmente soddisfazione e sempre di più quanto una società dell’ottimizzazione impone. L’imperativo di ottimizzare anche la propria felicità ha poco a che fare con una reale libertà e autonomia, quanto alla subordinazione di tutto all’efficienza.

Print Friendly, PDF & Email
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
RCEP

Pillole dal Giappone

#368 – Siglato il RCEP

Il Regional Comprehensive Economic Partnership è l’accordo di libero scambio più rilevante al mondo in termini di PIL e numerosità della popolazione coinvolta: unisce Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e i 10 paesi ASEAN.

Print Friendly, PDF & Email
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
Back To Top

Licenza Creative Commons
Eccetto dove diversamente specificato, i contenuti di questo sito sono rilasciati con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 3.0 Italia.

IL GIORNALE
L'ASSOCIAZIONE
LA RIVISTA
AUTORI
CONTATTI
SOSTIENICI
ARCHIVIO
PRIVACY
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti. Accept Read More
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessario
Sempre attivato

Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.

Non necessario

Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.