Un giallo tra passato e presente, questa la traccia seguita da “Il verso dell’assiolo” (Edizioni Pendragon, Bologna, E. 16), quarta fatica letteraria dell’acese Davide Pappalardo (di cui si ricordano i libri “Che fine ha fatto Sandra Poggi” e “Milano Pastis” già recensiti sulle colonne di questo giornale), in uscita il 30 settembre.
La storia prende avvio dal ricordo di un evento drammatico, l’alluvione che colpì Acireale nel 1995, e da lì muove verso il Trentino per poi riapprodare in Sicilia e poi di nuovo al Nord: un’alternanza continua, su e giù per la Penisola e tra gli anni ’90 e l’oggi, che rende la storia intricata ed un poco cinematografica.
E poi, come in ogni giallo che si rispetti, vi sono i legami inaspettati: cosa lega, infatti, la guardia giurata Alvaro Romano ad una vecchia scatola di scarpe? Quale relazione hanno Donald Trump, una banca di paese ed un don? E quali sono gli equivoci che una coincidenza può dare? E che diamine può voler dire “Peri, albero in ginocchio, pecora col cappello”?
Un evento inaspettato, la follia di un momento, connette, per più volte inaspettatamente, due eventi che nulla avrebbero a che fare l’uno con l’altro ed i fatti di oggi con un lontano, dolce eppur fugace, ricordo.
Un bel giallo, quindi, che ci racconta di un passato vicino, dell’oggi e forse anche degli abissi dell’animo umano.
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.