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parislider
30 Gennaio 2019

Pandiani torna per le strade di Parigi con la sua Ragione da vendere

Diletta Gasparo Narrativa

Lo scorso 22 gennaio tutti gli appassionati sono tornati a bordo della Karmann Ghia del Commissario Mordenti.

Corse sfrenate per Parigi, tra indagini intricate ed ancora più complessi impegni familiari, con Ragione da vendere Enrico Pandiani torna in libreria edito da Rizzoli per la collana Nero.

Ci eravamo lasciato nel 2017 con Un giorno di festa e adesso, dopo la parentesi del 2018 con Polvere, lo scrittore torinese ci riporta a Parigi con l’ultimo avvincente caso de les italiens.

Ragione da vendere è, come gli altri capitoli della saga, un racconto che si articola tra il labile confine tra noir e giallo (alla sensibilità di ciascuno di voi la valutazione definitiva).

Le vicende sono raccontate dalla voce del commissario Mordenti, un burbero commissario di origini italiane che si ritrova invischiato in indagini che lo coinvolgono completamente, da cui esce grazie all’insieme di capacità e valori che lo caratterizzano e spesso con una nuova fiamma (eccezione fatta per l’ultima avventura in cui lo ritroviamo follemente innamorato di Tristane, la figlia del granitico capo delle brigate della polizia di Parigi Le Normand).

Ma il commissario Mordenti non sarebbe niente senza la sua squadra, senza les italiens, una brigata della madama parigina, formata anni addietro dal commissario Pennacino.

Requisito per entrare a farne parte? Origini italiane: la brigata può essere così più incline ad un’interpretazione meno ortodossa delle regole e meno disposta a farsi mettere i piedi in testa.

Sono queste le premesse della formazione di un gruppo di colleghi, che col tempo ha perso la connotazione geografica specifica, mantenendo però quella “caratteriale” e diventando una sorta di famiglia: Alain Servandoni, il braccio destro perennemente armato di cerini e sigaretta in bocca, Leila e Zuma, le meravigliose ragazze che sono anche le “teste pensanti”, la granitica “Metz” con le sue immancabili choucroute da Schmid del giovedì.

In Ragione da vendere Mordenti e Servandoni si ritrovano coinvolti in prima persona, in una sparatoria che sarà la premessa di un’indagine intricatissima che si dispiegherà su piani internazionali, coinvolgendo personaggi improbabili, spocchiosi inglesi e vecchie conoscenze dei lettori più fedeli, tutti legati assieme dalla scomparsa di un’importantissima opera d’arte.

Una scrittura scorrevole, piena di espedienti e riferimenti musicali ma che allo stesso tempo riesce a farci conoscere alla perfezione l’indole del nostro Mordenti.

La lettura dei romanzi de les italiens è un’esperienza assolutamente consigliabile, che diventa addirittura imprescindibile per chi, come la sottoscritta, si immerge completamente nei luoghi descritti dagli scrittori.

E se les italiens sono i protagonisti dei racconti di Pandiani, Parigi vi fa sicuramente da padrona.

In Ragione da vendere la troviamo alla fine di agosto, con un caldo che scalda i corpi di chi la vive per poi refrigerarli con i suoi temporali improvvisi.

Una Parigi che grazie alle pagine di Pandiani visitiamo a trecentosessanta gradi: in corsa sulla Karmann Ghia di Mordenti attraverso i ponti sulla Senna, attraverso l’Île de la Cité ma soprattutto nei bar vicino al numero 36 del Quai des Orfèvres, storica sede delle brigate della criminale di Parigi e che i nostri, in Ragione da vendere, si apprestano a lasciare per un nuovo palazzo di vetro, più grande, efficiente ma anche meno “umano” a Batignolles (tutto vero eh! Si veda qui).

Una Parigi che sembrerà di conoscere da una vita anche a chi non ha troppo confidenza con la capitale parigina, che riconosceremo dagli odori, che assaporeremo grazie ad un vino bel scelto e che si dispiegherà davanti ai nostri occhi come una meravigliosa donna piena di vitalità, accogliente e con qualcosa da offrire a ciascuno.

Immagine di copertina liberamente ripresa da wikimedia.org

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Diletta Gasparo

“E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa”

Cit.

archivio.ilbecco.it/autori/itemlist/user/927-diletta-gasparo.html
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