Un’indagine sul ruolo dell’oggetto, della cultura materiale, nel rapporto tra individuo e ambiente circostante nella cultura popolare; una conversazione tra filosofia e antropologia.
[Dall’archivio]
È l’impegno di Zerocalcare a strappare un po’ di attenzione per il Kurdistan sotto attacco da parte della Turchia ma di nuovo dimenticato. Cinque anni fa una nostra autrice tornava con questo racconto da un centro giovanile di Sulaymaniyah, dove prende vita qualcosa che è storia, un messaggio che non deve rimanere inascoltato.
Scrivere di Franco Battiato è tutto a parte che semplice. Vi proponiamo un ricordo personale, in cui l’autrice racconta cosa ha significato la musica del cantautore di Catania nel proprio percorso.
[Dall’archivio]
Alle immagini della tragedia delle migrazioni siamo disposti ad assuefarci piuttosto che guardarle davvero, ma proprio la loro capacità di turbarci può risvegliarci all'”emozione politica” della compassione. Una riflessione dai media all’elaborazione di Martha Nussbaum.
[Dall’archivio]
Lo spazio del migrante è la precarietà, l’esteriorità, l’essere senza luogo né identità, è il bando. Questa (non)considerazione dell’umano in quanto umano impedisce le più scontate forme di civiltà e di soccorso, che invece ci imponiamo per chi riconosciamo come portatore di soggettività (e dignità) sociale e politica.
Una ricerca filosofica per ri-diventare umani in una dimensione di comunità, sempre più urgente di fronte all’attualità politica.
[Dall’archivio]
Dalla partecipazione al Risorgimento alla Costituente, fino alle trasformazioni culturali e le conquiste degli anni ’70, la nostra storia deve molto alle donne che hanno identificato felicità personale e felicità politica l’una con l’altra.
[Dall’archivio]
In un mondo in cui la felicità non è più pensata come conquistabile attraverso un’azione collettiva per la trasformazione sociale, i movimenti femministi sono un esempio di rivendicazione della felicità nella pluralità.
Non solo il modello di sviluppo, anche l’immaginario di invincibilità individualista egemone nella società liberista deve essere messo in discussione di fronte al dramma globale della pandemia, le cui ripercussioni psicologiche mettono a nudo tutta la fragilità e l’iniquità del nostro modello sociale.
[Dall’archivio]
In nome del decoro e della sicurezza si è imposto uno strano diritto, lo “ius excludendi alios”, il diritto di escludere l’altro, e al contempo la partecipazione pubblica alle decisioni sul territorio è massicciamente erosa.
[Dall’archivio]
Il pubblico è sempre più privatizzato e vissuto dai suoi stessi abitanti come se fossero degli inquilini-consumatori anziché dei cittadini che abitano lo spazio, che è a sua volta brandizzato e deformato attorno ad un’estetica che diventa etica, un decoro che è strumento di esclusione.