Caso Aquarius e oltre, in cerca di umanità

[Dall’archivio]
Lo spazio del migrante è la precarietà, l’esteriorità, l’essere senza luogo né identità, è il bando. Questa (non)considerazione dell’umano in quanto umano impedisce le più scontate forme di civiltà e di soccorso, che invece ci imponiamo per chi riconosciamo come portatore di soggettività (e dignità) sociale e politica.
Una ricerca filosofica per ri-diventare umani in una dimensione di comunità, sempre più urgente di fronte all’attualità politica.