[Dall’archivio]
Decoro e degrado tentano di ristrutturare in forme controllate la cittadinanza, proponendo la dicotomia tra pulito e sporco, per cui la marginalità sociale è repressa nella sua stessa esistenza anziché cercare di agire sulle cause.
[Dall’archivio]
In nome del decoro e della sicurezza si è imposto uno strano diritto, lo “ius excludendi alios”, il diritto di escludere l’altro, e al contempo la partecipazione pubblica alle decisioni sul territorio è massicciamente erosa.
[Dall’archivio]
Il pubblico è sempre più privatizzato e vissuto dai suoi stessi abitanti come se fossero degli inquilini-consumatori anziché dei cittadini che abitano lo spazio, che è a sua volta brandizzato e deformato attorno ad un’estetica che diventa etica, un decoro che è strumento di esclusione.