La fine del bipolarismo
Le modalità della rielezione di Mattarella al Quirinale segnalano la chiusura della stagione del bipolarismo, con centrodestra e centrosinistra frammentati e centro sempre più forte.
Le modalità della rielezione di Mattarella al Quirinale segnalano la chiusura della stagione del bipolarismo, con centrodestra e centrosinistra frammentati e centro sempre più forte.
Più che le coalizioni, con la fine del bipolarismo le unità fondamentali del confronto politico sembrano essere i partiti, pur nella loro debolezza. Una radiografia del radicamento sociale degli attori fondamentali attraverso indicatori economici e di scolarizzazione.
[Dall’archivio]
L’identità della Lega sembra nuovamente a un bivio. Una lettura della sua evoluzione politica attraverso i parallelismi con il Front National di Marine Le Pen.
[Dall’archivio]
Trasformazione delle forme partecipative, spostamento degli ambiti decisionali, crisi economica, rifiuto della politica. Un’analisi scaturita dall’impressionante dato dell’astensione alle elezioni regionali in E-R e Calabria alcuni anni fa, sempre attuale dopo la misera affluenza delle recenti elezioni amministrative.
Le pressioni per modificare della legge toscana sulla tutela delle acque da inquinamento e allentare i controlli sullo smaltimento dei fanghi conciari sono iniziate nel 2018 e sono state rilanciate con un emendamento presentanto nel 2020 proprio da Eugenio Giani; mentre negli anni l’Associazione Conciatori di Santa Croce avrebbe costruito un “sistema” di smaltimento dei rifiuti per aggirare vincoli e leggi.
La crisi del PD è solo il più recente, ma non ultimo, evento di una profonda ristrutturazione del sistema politico italiano, cominciata con lo scollamento del voto proletario dalle sigle che si candidavano a rappresentarne gli interessi di classe.
Un confronto con i risultati dei referendum del 2006 e del 2016 propone alcuni spunti di interpretazione della distribuzione dei Sì e dei No nel 2020 e della demografia che li ha espressi.
La campagna elettorale che si è appena conclusa, per quanto abbia interessato solo due regioni italiane, ha investito a pieno il dibattito pubblico nazionale.
La probabile fine del Movimento 5 Stelle pone la questione del destino dei suoi voti, tra il riorganizzarsi delle destre e la crisi d’identità delle sinistre.
Area non così giovane e che ha già dimostrato di tollerare un certo populismo e una politica francamente poco moderata, il “campo moderato” sembra piuttosto un orticello, perdipiù già coltivato da altri soggetti.