La crisi del governo Draghi alla prova di luglio
Il commento a più mani di questa settimana non poteva che concentrarsi sulla crisi di governo in corso e sui possibili scenari che da questa vengono aperti.
Il commento a più mani di questa settimana non poteva che concentrarsi sulla crisi di governo in corso e sui possibili scenari che da questa vengono aperti.
La pandemia sembrava avrebbe segnata, in particolare per le località turistiche italiane, l’occasione per ripensare il sistema di sviluppo, offrendo un’occasione per rallentare i flussi e tornare alle necessità delle e degli abitanti. Niente di tutto ciò è avvenuto.
Grazie alle nuove tecnologie e all’ampia copertura mediatica, si può facilmente affermare come la guerra in Ucraina sia la più documentata in tempo reale della storia. Eppure la manipolazione propagandistica, da una parte come dall’altra, non appare affatto diversa da quella che ha riguardato altri conflitti.
Ultima e terza parte dell’analisi delle analogia tra la politica estera polacca e quella britannica, in particolare in chiave antirussa.
Questa settimana continua la riflessione sulla guerra. parlando di principio di deterrenza e di quale possa essere il limite al riarmo, partendo dal principio della “corsa della Regina Rossa”.
Il già caldo fronte di guerra tra Ucraina e Russia rischia di vedere la situazione diventare ancora più problematica a causa della volontà espressa da Svezia e Finlandia di entrare nella NATO.
La notizia di un contributo di 200 euro per il personale dipendente, annunciato dal governo Draghi, ha aperto la discussione non solo sulla misura di specifica ma anche sulle misure economiche messe in atto dal governo.
Se la propaganda è un fenomeno inevitabile in ogni conflitto, messaggi distorti sono potenzialmente controproducenti per chi li esprime. Un confronto a partire dall’uso della parola “genocidio” e di paragoni con il nazismo per l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia.
La guerra in Ucraina, oramai da due mesi, vede l’assenza di una protagonista fondamentale come attrice promotrice di una politica propria: l’Unione europea.
L’avvicinarsi della festa della Liberazione è segnata, quest’anno, dall’attacco frontale portata avanti nei confronti dell’ANPI e del suo presidente e dai tentativi, sempre più insistenti, di paragonare la Resistenza al nazifascismo con ciò che sta avvenendo in Ucraina.