“I pesci non esistono” restituisce luci ed ombre della figura di David Starr Jordan, naturalista vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900, ma cede a più di una ingenuità epistemologica: un’occasione per affrontarle e, non da ultimo, discutere proprio dell’esistenza dei pesci.
L’inattesa scoperta di una cascata di facilitazione poco lontano dal porto di Livorno è un’occasione per esplorare la complessità delle interazioni tra i viventi, ma anche per riflettere su dove indirizziamo i nostri interessi e la nostra sensibilità per gli ambienti naturali.
La trota Salvelinus profundus, considerata estinta dai primi anni ‘2000, è ricomparsa nel Lago di Costanza. Uno sguardo all’ecologia delle trote e degli ambienti lacustri, ma anche al nostro ruolo nel perturbarli, può chiarire la vicenda.
I primi, frammentari resti di Spinosaurus andarono distrutti in un bombardamento nel 1944, ma la ricostruzione del dinosauro basata su quei resti rimase salda nel nostro immaginario. Il ritratto suggerito dalle ultime scoperte è però radicalmente diverso.
Alcune molecole organiche sono in grado di conservarsi per un tempo sorprendentemente lungo; ma quando ad essere ritrovati sono addirittura residui DNA la fantascienza rischia di adombrare l’effettivo significato per la ricerca.
Un minuscolo cranio preservato in ambra fa subito sognare colibrì ancestrali, tra quei gruppi di dinosauri che oggi sappiamo essere stati piumati; ma la spiegazione più probabile potrebbe essere un’altra.
Nel dibattito progressista anglosassone, in particolare nel Regno Unito, sono legittimate posizioni trans-escludenti sostenute con argomenti pseudoscientifici.
Una risposta a Suzanne Moore e non solo.
Composto per essere una grande opera libera da stilemi italiani settecenteschi e allo stesso tempo profondamente rossiniana, il Guglielmo Tell porta in scena intuizioni artistiche impareggiate.
Molti nomi scientifici sono “dediche” a persone che hanno dato un contributo alla scienza, ma anche figure di spicco della cultura o della politica. La comprensibile proposta di cambiare alcune dediche storiche come A. hitleri e Uta stansburiana avrebbe implicazioni più complesse di quanto si immagini.
Il concentrarsi sull’estinzione delle singole specie, le grida d’allarme sproporzionate, la richiesta di cambiamenti irrealistici e superiori a quanto suggerito dagli studiosi del clima, non rappresentano una strategia utile per convincere i comuni cittadini dell’importanza di un intervento drastico in relazione alla crisi ambientale che stiamo attraversando.